sportelli sempre attivi

Il Coronavirus non ferma la violenza sulle donne: centri di supporto attivi

Regione Lombardia ha invitato i Centri antiviolenza a mantenere uno stretto e preventivo contatto con le Forze dell'ordine.

Il Coronavirus non ferma la violenza sulle donne: centri di supporto attivi
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I maltrattamenti non si fermano, ma gli sportelli restano attivi. Anche l’equipe di Rete di Daphne e della rete Aria è al lavoro per aiutare le vittime.

Il Coronavirus non ferma la violenza sulle donne

Resta di grande rilevanza, specialmente in questa fase emergenziale in cui le convivenze, in alcuni casi, diventano "forzate", il tema della violenza domestica e di genere. I Centri antiviolenza lombardi e i relativi sportelli stanno proseguendo le attività con modalità organizzative che permettono di rispettare le restrizioni determinate dall'emergenza Covid-19 e l’indicazione rivolta alle vittime di violenza è di rivolgersi agli sportelli e chiedere aiuto.

"Fino a questo momento non abbiamo avuto in incremento nelle chiamate e negli accessi agli sportelli - ha spiegato Maria Grazia Savardi, presidente di Rete di Daphne, Centro antiviolenza della rete Aria - L’equipe è attiva e risponde da telefono cellulare e tramite colloqui via Skype per dare sia supporto psicologico che giuridico alle donne. Se si rende necessario siamo pronte anche per portare le vittime nelle case rifugio. I pronto soccorsi degli ospedali, data la situazione emergenziale che stiamo vivendo, sono poco accessibili e l’invito alle donne è di contattare gli sportelli o di fare il 1522 per essere poi reindirizzate a noi. Ci siamo, siamo attive e pronte ad aiutare le donne in difficoltà".

Supporto a distanza

Tutti i servizi di supporto alle donne vengono erogati con modalità a distanza ed è garantita la reperibilità telefonica.

"La violenza contro le donne non si ferma neanche in tempi di Coronavirus - ha sottolineato l'assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità di Regione Lombardia Silvia Piani - Anzi, dovendo rispettare la prescrizione di stare a casa, vittime e maltrattanti passano più tempo insieme e questo genera situazioni potenzialmente pericolose. Le case diventano prigioni e le donne maltrattate devono sapere che possono sempre contare su un aiuto esterno, che possono contattare con diverse modalità e a qualsiasi ora del giorno".

Regione Lombardia ha invitato i Centri antiviolenza a mantenere uno stretto e preventivo contatto con le Forze dell'ordine, in modo da non creare disagi alla donna nell'eventuale spostamento dal domicilio e dal coinvolgerle qualora, a seguito del contatto telefonico, si ravvisasse una situazione di pericolo per la donna stessa.

"Nell’ambito delle procedure di emergenza si è previsto inoltre, in accordo con le Forze dell'ordine, che le denunce delle donne maltrattate possano essere formalizzate anche in seguito l'allontanamento da casa", ha concluso l’assessore.

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