I telegiornali trasmessi sui bus nel Venezuela della censura

I telegiornali trasmessi sui bus nel Venezuela della censura
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Da dieci anni il Venezuela vive nel limbo di un’informazione limitata, da quel maggio 2007 in cui il governo non rinnovò la concessione al canale RCTV,  l’unico che, oltre alle famosissime soap opera, forniva approfondimenti critici rispetto all’operato dell’allora presidente Chavez. Da quel momento l’indipendenza informativa del Paese ha subito un tracollo. Più di cento i media internazionali tolti dal segnale via cavo (da ultimo il canale spagnolo della CNN eliminato nel febbraio scorso) mentre tanti giornali e Tv indipendenti sono stati venduti a rappresentanti del governo o hanno subito un drastico cambio della linea editoriale.

Così oggi chi in Venezuela non ha internet e per informarsi usa i media statali si trova di fronte una realtà molto diversa da quella delle strade dove continuano le polemiche contro il governo di Nicolás Maduro che ha avviato il processo di redazione di una nuova Costituzione senza consultare il primo interessato – il popolo- tramite un referendum.

A maggio, a più di due mesi dall’inizio delle proteste popolari che hanno già fatto contare decine di morti, le giornaliste Laura Castillo e Claudia Lizardo hanno avuto un’idea. Per contrastare il cosiddetto “blocco dell’informazione”, vale a dire la censura imposta dal governo, hanno deciso di lanciare un progetto innovativo. Così è nata, grazie all’appoggio di altri quattro colleghi (Victor Rodríguez, Nicolás Manzano, Aprile Mejias, Maria Gabriela Fernandez) El Bus Tv e sono iniziati dei telegionali artigianali i cui ingredienti fondamentali sono l’indipendenza e la volontà di denuncia. Con due telecamere e una finta televisione di cartone i sei giornalisti hanno avviato il loro progetto di rivoluzione pacifica, fondando un’emittente televisiva che vive online e sui mezzi pubblici.

Salgono sugli autobus e, dopo che il produttore chiede il permesso all’autista, due presentatori danno il via alla trasmissione, aiutati da un terzo che sostiene la televisione di cartone. Iniziano con cautela ma vengono quasi sempre ricevuti con applausi, sotto gli sguardi quasi euforici dei passeggeri, che dimostrano di apprezzare molto questo tipo di informazione popolare, indipendente e fruibile. I giornalisti condividono informazioni e statistiche provenienti da fonti indipendenti, citando spesso, tra una notizia e l’altra, i valori espressi negli articoli della Costituzione. Lo scopo è quello di dare un’informazione obiettiva e accessibile a tutti, facendo luce sulle brutali repressioni riservate agli oppositori di Maduro e sulla difficile situazione economica del paese. Rari i casi di autisti che non hanno dato loro il permesso, tanti i complimenti e i passaggi gratis.

Nel canale Youtube appositamente fondato il primo video del 27 maggio (qui sopra) ha avuto più di 7400 visualizzazioni. In quella prima puntata i giornalisti hanno sottolineato come 85 per cento della popolazione venezuelana vorrebbe tornare alle urne, facendo anche anche verità sui ritardi nei lavori pubblici (la metropolitana non ancora terminata a dieci anni dall’inizio del progetto) e sul potere d’acquisto del salario minimo di un cittadino.
Partita dalla capitale Caracas, El Bus Tv si sta espandendo ora a Valencia; tanti sono i giornalisti che hanno chiesto di entrare a far parte della redazione e già si pensano nuove edizioni del progetto (come “Plaza Tv” e “Metro Tv”). Un ritorno alle origini dell’informazione e alla passione – quella per la verità – che dovrebbe guidare ogni giornalista. Nel Venezuela della censura e non solo.


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