L'Approfondimento

«I giovani stanno cambiando, ma sulla malattia mentale ci sono ancora pregiudizi» , due chiacchiere con la dottoressa delle emozioni

10 ottobre la giornata sulla salute mentale

«I giovani stanno cambiando, ma sulla malattia mentale ci sono ancora pregiudizi» , due chiacchiere con la dottoressa delle emozioni
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Giovedì 10 ottobre è stata celebrata la Giornata Mondiale della Salute Mentale. E’ in giornate come questa che diventa chiaro quanto ci sia bisogno di parlare di certi temi considerati ancora tabù o non necessariamente importanti. Ma solo chi ha sofferto di disturbi legati alla salute mentale, o chi è stato vicino ad una persona che ha vissuto problematiche del genere, sa quanto essi possano essere invalidanti e di importante discussione non solo medica, ma anche sociale. A fare chiarezza sulla questione è una psicologa e psicoterapeuta di Montichiari, Francesca Ferronato, specializzata al Centro di Psicologia Dinamica Integrata di Padova. Lavora principalmente a Montichiari dove ha uno studio privato, ma collabora anche con le scuole del territorio.

Giovedì è stata la Giornata Mondiale della Salute Mentale; cosa ne pensa di questa istituzione? Secondo lei si potrebbe fare informazione e, soprattutto, prevenzione?

«Credo che servano delle giornate come questa. E’ vero, sono solo dei focus che però diventano uno spunto di riflessione ulteriore. Questa giornata è fondamentale per sensibilizzare l'opinione pubblica su temi che sono ancora circondati da tabù e da pregiudizi. I giovani d'oggi stanno un po' cambiando, lo stigma è minore, sono più aperti al tema della salute mentale. Purtroppo c'è ancora tanto pregiudizio, poca comprensione. E’ necessario fare prevenzione e informazione anche e soprattutto per capire di cosa si sta effettivamente parlando.»

Come si fa prevenzione?

«Si deve sempre partire dal conoscere. La consapevolezza è una grande risorsa. Con consapevolezza si intende educare a conoscere le cose. Oggi quando vado a scuola e dico che sono una psicologa, i bambini sanno cosa faccio, mentre invece 10 anni fa no. Ora i bambini sanno che lo psicologo è una figura che lavora con le emozioni e per questo spesso mi chiamano «la dottoressa delle emozioni. Questa definizione deve far riflettere perchè se c'è un dottore per queste situazioni evidentemente ci sono anche delle problematiche. In generale penso che la prevenzione possa essere sia sottoforma di campagna d’informazione sia di progetti nelle scuole che è quello che cerco di fare io: credo tanto nei bambini perché sono il futuro ed è quindi fondamentale fare prevenzione fin dalla giovane età.»

Esistono tanti e diversi i tipi di disturbo, ma tutti più o meno vengono stigmatizzati dalla società. Perché?

«Più informazione c’è, più certi tipi di disturbi vengono accettati, mentre su altri c’è ancora un po’ di lontananza. Ad esempio l’ansia è un disturbo ormai sdoganato e certe volte anche troppo: è stato generalizzato e usato spesso anche come esclamazione in contesti al di fuori dal disturbo ansiogeno. Una tematica che invece vedo non essere ancora accettata è quella della depressione che viene vista come qualcosa di esagerato soprattutto in quelle persone che hanno tutto dal punto di vista materiale e affettivo. Eppure la depressione non sceglie persone che hanno meno di altre. La depressione è uno stato emotivo molto forte dovuto anche dal potere della nostra mente di ingannarci come nel caso dei pensieri disfunzionali e intrusivi che spesso e volentieri non vengono compresi. Lo stigma deriva anche dal fatto che è più facile accettare, ad esempio, la rottura di un ginocchio perchè lo si vede con gli occhi piuttosto che un disturbo depressivo spesso invisibile a prima occhiata.»

Alcune persone sostengono che dai disturbi psicologici non si possa guarire. Cosa ne pensa?

«Partiamo dal presupposto che si può assolutamente guarire, ma cosa intendiamo con questo termine? In noi ci sono caratteristiche che non possono cambiare, che fanno parte del nostro essere, peculiarità che vengono amplificate o schiacciate dal disturbo mentale. Ci sono tantissimi modi per riuscire a vivere con più serenità e altrettanti per guarire. In alcuni casi è necessaria la psicoterapia, in altri anche la psichiatria e la farmacologia. Tutto parte dall’accettazione del problema perché «guarigione» non significa assenza di problemi, ma ricominciare a vivere in una condizione psicologica di benessere che può anche subire momenti problematici. L’importante è sapere di avere la forza e le risorse per poterli affrontare.»

Frasi come «I problemi sono altri - Hai tutto, perché ti perdi in queste cose? – È tutto nella tua testa, non ci pensare», dette ad una persona che soffre di pensieri intrusivi, di ansia, di depressione, disturbi alimentari o di altre forme di disturbo, che effetto hanno?

«Male, male. Frasi del genere svalutano il problema. Cerchiamo di capire che spesso le persone che stanno passando questi periodi hanno solo bisogno di sentirsi accolti e non di trovare una soluzione veloce. Queste frasi non solo non aiutano, ma fanno sentire la persona ancora più sbagliata. Se ho un amico o un familiare che sta male, per lui/lei è più importante sapere che ci sono, che lo ascolto, che lo abbraccio, che lo supporto, che capisco cosa sta provando. Serve empatia.»

Come si fa a chiedere aiuto senza vergognarsi di star passando un momento buio?

«Chiedere aiuto è una grandissima forma di coraggio. Non è facile farlo, ma è un passaggio necessario. Chiedere aiuto significa accettare di avere bisogno di un supporto, di qualcuno che aiuti a vivere la vita in modo diverso. Da tanti anni lavoro allo sportello d’ascolto delle scuole medie e vedo che il numero di ragazzini incrementa sempre di più. Su due piedi mi sono chiesta se ci fosse un malessere generale in aumento, ma credo che il numero sempre maggiore sia anche dovuto dal fatto che questi ragazzi si stiano finalmente dando il permesso di chiedere aiuto.»

Come può un percorso terapeutico aiutare nel superamento del problema?

«Il percorso terapeutico nasce proprio per questo. Prima di tutto serve per identificare il problema con tranquillità e senza giudizio perché il percorso con lo psicologo è un posto e un momento sicuro. Quello che faccio come psicologa è in primis cercare l’origine del malessere, dopodiché sviluppare delle strategie che aiutino a superare il problema in modo sano.»

Ci sono altri modi per guarire?

«La psicoterapia è un percorso di cura e crescita personale e va svolta da professionisti laureati in psicologia specializzati in psicoterapia. Durante la seduta si crea un dialogo tra paziente e professionista della salute mentale che porta ad un cambiamento sia interiore che pratico. Certamente pratiche, quali la mindfulness, lo yoga e la meditazione hanno un filo conduttore con il «qui ed ora» che è uno dei punti cardine della psicoterapia. Aiutano a stare nel momento presente e non nel passato, legato alla depressione, o nel futuro, legato all’ansia. Detto questo, queste pratiche non sostituiscono la psicoterapia anche se aiutano a stare meglio se nello svolgimento dell’attività si prova benessere.»

Perché le figure dello/a psichiatra e dello/a psicologo/a vengono purtroppo ancora stigmatizzate come “dottore/ssa per i matti”?

«Credo che questa visione si stia pian piano estinguendo. E’ una cosa che appartiene alle vecchie generazioni. L’essere seguiti da uno psicoterapeuta è stato sdoganato anche grazie a personaggi famosi che ne parlano tranquillamente. Ci sarà sempre qualcuno con pregiudizi, ahimè lasciamoglieli. Io credo che i miei pazienti siano persone con grande capacità introspettiva e in tutto ciò la follia non c’entra niente.»

La salute mentale ha risentito della pandemia da Covid-19?

«La pandemia ha avuto un effetto devastante sulla salute mentale di moltissime persone, di qualsiasi età causando ritardi del linguaggio, insorgenza di DOC, DCA, autolesionismo, depressione, ansia, traumi causati dai lutti del virus. Ancora oggi c’è lo strascico di quel periodo intenso. Spero però che questa era storica abbia fatto capire quanto la salute mentale sia fondamentale.»

Perché la salute mentale è importante? Come influenza sul fisico? C’è il detto mens sana in corpore sano...

«Mente e corpo sono uniti. La medicina tradizionale li separa ancora e non ne capisco il motivo. Si influenzano a vicenda! Spesso insorgono disturbi psicosomatici che si sentono effettivamente nel corpo ma che in realtà trovano origine nella mente. Quando non si ha una risposta medica ad un malessere forse bisognerebbe scavare nella nostra mente, darsi l’opportunità di andare a fondo.»
«In conclusione spero che questa intervista, che è anch’essa una forma di prevenzione, possa aiutare qualcuno che sta vivendo un periodo buio, che lo induca a chiedere aiuto.»

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