Hashish e cocaina a Trento, la droga arrivava da Montichiari

Hashish e cocaina a Trento, la droga arrivava da Montichiari
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I militari del Nucleo Investigativo provinciale dei carabinieri hanno concluso all’alba di giovedì una maxi operazione antidroga su Trento, scaturita da indagini serrate iniziate e mai interrotte dalla fine del 2016.

Mirati i controlli, nell’inverno appena trascorso, della clientela e dei movimenti sospetti innanzi al locale “il Gatto e la Volpe” (da qui il nome “Pinocchio” dato all’operazione). Mirati controlli che hanno consentito agli investigatori di addivenire alla ricostruzione esatta dei canali di approdo della droga in Trentino. Mirati i controlli sul “buttafuori” di questo locale notturno, ora chiuso, che intratteneva i principali contatti coi clienti e con il sommerso mondo trentino dello spaccio e della malavita: di qui l’indagine.

Il gruppo criminale, individuato nella sua completezza, operava a Trento e provincia e soltanto gli specifici accertamenti tecnici di questi mesi da parte del Nucleo Investigativo di Trento hanno consentito di tracciare la mappa di approvvigionamento, quindi le due provenienze degli stupefacenti (hashish e cocaina): Crema in provincia di Cremona e Montichiari in provincia di Brescia. Da queste due località venivano riforniti i principali soggetti protagonisti dello spaccio tridentino.

Tra gli arrestati, tra coloro cioè che smistavano i diversi quantitativi di cocaina e hashish su Trento ricevendoli direttamente da tre fornitori albanesi provenienti da Brescia e Crema, anche un collaboratore di giustizia. Egli è stato condotto in carcere con le pesanti accuse che la dott.ssa Maria Colpani, PM che ha seguito ogni minima fase dell’indagine odierna, ha evidenziato in punto di smercio di stupefacenti.

Il collaboratore di giustizia “prosegue in Trentino nella commissione di condotte illecite quali il traffico di cocaina che sono le medesime per le quali è già stato inquisito in passato e non si fa scrupolo di perseguire la propria attività delinquenziale arruolando manovalanza rumena e allacciando contatti con organizzazioni albanesi del nord Italia dedite allo spaccio ingente, nonostante il suo status di collaboratore gli permetta di godere di una posizione economicamente sicura […]”, così riporta in ordinanza il GIP Marco La Ganga, nel disporre il carcere e altra misura per ulteriori 4 indagati.

Durante i numerosissimi servizi di osservazione e pedinamento è stata ricostruita la trama fittissima degli spacci nell’area nord di Trento città e a Lavis. Sono stati identificati e deferiti ben 22 assuntori (tutti anche segnalati al Commissariato del Governo di Trento per gli accertamenti previsti dalla legge) che hanno completato il quadro accusatorio, confermando responsabilità di smercio al dettaglio in capo agli arrestati. Ogni arrestato aveva tra i suoi contatti abituali almeno 20 clienti.

I carabinieri di Crema, nell’ambito di questa operazione, spinti dagli impulsi informativi dell’Arma trentina, hanno sequestrato ben 40 kg di hashih ad uno dei due albanesi residente a Bagnolo Cremasco, ad oggi latitante assieme all’altro soggetto collegato residente a Montichiari. La fuga precipitosa dei due e i quantitativi di stupefacenti sequestrati dai carabinieri di Crema hanno dato conferma che i canali esatti fossero proprio questi e fossero assolutamente ben rodati e garantiti da un “bacino di ricezione” in provincia di Trento di assoluto rispetto.

Ancora un colpo ben assestato allo spaccio che raggiunge i parchi e i marciapiedi della nostra città. La Magistratura e i carabinieri non si stancano di ripetere che è necessario (anche) questo impegno costante di uomini e mezzi nella lotta allo smercio “di strada”. Ed un altro segnale forte - con questa operazione - oggi è giunto: in termini di prevenzione alle famiglie e ai cittadini di Trento e in termini di pronta repressione alle organizzazioni dedite al traffico di droga che operano in Trentino.


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