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Gli scatti di Ribola in mostra a Villa Presti raccontano un Perù senza filtri

Classe 1998, il fororeporter attraverso il suo sguardo sensibile ha regalato al pubblico una finestra sul mondo peruviano

Gli scatti di Ribola in mostra a Villa Presti raccontano un Perù senza filtri
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Collettivo, profondo e disincantato: il Perù negli scatti di Filippo Ribola restituisce al Museo Ghidoni un viaggio in bianco e nero alla ricerca delle fratture causate dall’assenza statale. Ad aprire la stagione espositiva di Villa Presti dedicata agli artisti locali, sabato sera, è stata la mostra «Somos Perù» del fotoreporter ospitalettese classe 1998, che ha regalato al pubblico una finestra sul mondo peruviano.

Gli scatti di Ribola in mostra a Villa Presti raccontano un Perù senza filtri

Gli scatti ritraggono un Paese diverso dalla concezione di idillio naturale a cui siamo abituati e che svelano un quadro sociopolitico ben più complesso, ricco sì, ma di contraddizioni.  «Attraverso il suo sguardo sensibile, Filippo ci conduce alla scoperta di paesaggi mozzafiato, volti autentici, tradizioni antiche ma ci invita anche a riflettere sulle criticità che affliggono il Perù: la povertà, la disparità sociale e lo sfruttamento dell’ambiente - ha esordito l’assessora alla Cultura, Silvia Guarneri - La mostra rappresenta un’importante occasione per approfondire la nostra conoscenza di un Paese lontano e allo stesso tempo per riflettere sulle sfide universali che l’umanità si trova ad affrontare». Come Amministrazione, ha continuato l’assessora, «siamo orgogliosi di poter sostenere giovani artisti del nostro territorio mettendo a disposizione un luogo che un tempo era dimora privata e che oggi è diventato centro di arte e cultura».

L'artista

Partito a gennaio per due mesi dall’altra parte del mondo, Ribola ha disatteso al destino che aveva (o avevano) programmato per lui. «Sin da piccolo, mi è capitato di aver persone vicino a me che mi indicassero la strada migliore da prendere. E io la prendevo senza pormi troppe domande - ha confessato Ribola che, insieme a Carlo Bianchetti, ha creato il progetto Last Reporters - A vent'anni lavoravo nell’azienda vitivinicola consigliata dai miei genitori, avevo uno stipendio fisso e un lavoro sicuro. Filava tutto liscio, fino a quando, durante un convegno, mi sono trovato al tavolo con colleghi che avevano una forte passione lavorativa, che io non provavo. Mi sono sentito diverso e ho iniziato a mettere in dubbio le scelte che avevo preso». Così, la fotografia si è fatta largo nella vita di Filippo divenendo «lo strumento attraverso cui ho la possibilità di dar voce a quelle realtà che hanno il diritto di essere raccontate».

Da soggetto per l’obbiettivo a mostra fotografica (che resterà visitabile fino al 7 luglio, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18), il Perù è stato descritto, sabato, anche dai volontari dell’Operazione Mato Grosso.

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