Cologne

Gli Alpini perdono la storica sede, sfrattati...da un alpino

Il gruppo utilizzava i locali in comodato d'uso gratuito da circa vent'anni: ora hanno lanciato un appello per trovare una nuova sistemazione

Gli Alpini perdono la storica sede, sfrattati...da un alpino
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Gli Alpini di Cologne sono rimasti senza una casa. Da martedì sera la storica sede di via Castello 5, che il gruppo utilizzava da almeno venti anni in comodato d’uso gratuito, ha chiuso i battenti.

Gli Alpini perdono la storica sede

Sembra che il proprietario dello stabile abbia altri progetti, il che, seppur triste, è lecito. Ma la vicenda assume dei tratti inverosimili, quasi kafkiani, se si pensa che a sfrattare gli Alpini sia stato proprio uno di loro. Una Penna nera, da anni tesserato alla realtà locale, addirittura un ex capogruppo.

La situazione era nota già da tempo, da mesi, quando all’attuale referente Corrado Bertelli era arrivata una comunicazione informale che lo avvisava delle intenzioni del proprietario dei locali che ospitano le Penne nere, concessi in utilizzo agli Alpini dal padre di quest’ultimo nei primi anni del 2000.

Già insediati sul Monte Orfano, nel rifugio vegliato dalla cappella votiva dedicata alla Madonna della Pace (eretta dalle Penne nere nel 1954), senza la sede di via Castello gli Alpini perdono un importante punto di riferimento nel cuore del paese. Un luogo facilmente raggiungibile sia dai soci più anziani che dai cittadini stessi.

Una situazione senza possibilità di ritorno

Nessuna negoziazione con l’alpino proprietario dello stabile sembra aver sortito un effetto positivo, a quanto pare non si torna indietro.

«Confidiamo di riaprire al più presto in un’altra locazione», hanno scritto le Penne nere che purtroppo in questi mesi di ricerca non hanno ancora trovato una sistemazione. «Ringraziamo anticipatamente il Comune di Cologne che, consapevole della storicità e dell’importanza del gruppo all’interno della nostra comunità si sta prodigando per aiutarci a trovare una soluzione», hanno aggiunto dal gruppo.

Una possibile soluzione infatti potrebbe trovarsi fra le mura dell’ex oratorio femminile, una volta che l’iter di acquisto della struttura (e del parco Gnecchi) verrà concluso, si spera in estate.

Rimane, intanto, la speranza di un passo indietro.

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