Giuseppe Tisi, il geniale «organaro» di Novagli

Giuseppe Tisi, il geniale «organaro» di Novagli

A Novagli di Montichiari vive e lavora Giuseppe Tisi, un genio, un «organaro» che tutto il mondo ci invidia. Lo abbiamo incontrato per scoprire il suo mondo meraviglioso.

Giuseppe, come e quando è iniziata la sua splendida avventura?
«Mio papà Aldo era organista, lo ha fatto per più di 40 anni nella parrocchiale dei Novagli dove dirigeva anche il coro e praticamente sono cresciuto con la musica, in mezzo ai dischi di musica classica. Da lui ho ereditato anche la passione per le registrazioni e per il sound engineering. Dai 16 ai 18 anni, negli anni ‘80, con AudioBress, ho seguito molti gruppi dell’epoca. Nel 1988, dopo la scomparsa di mio padre, spulciando nel suo archivio ho trovato anche delle piccole canne d’organo che mi hanno incuriosito e ho cominciato ad appassionarmi allo strumento. Poi ho conosciuto Michele Barchi di Pralboino, uno dei migliori cembalisti a livello mondiale che si costruiva gli strumenti e nel suo laboratorio ho visto un organo con le canne di cipresso. Lì mi è scattata la molla e ho cominciato anche un percorso di ricerca. Su consiglio di Barchi sono andato a vedere un organo a dieci registri con canne in cipresso a Montepucliano ed è stato un colpo di fulmine. Avendo un’officina, la meccanica di un organo non era un problema, lo studio principale ho dovuto farlo sulle canne, suoi materiali. Il primo organo l’ho costruito tra il 1995 e il 1996, un organo con canne in abete e ontano che ho donato e sta ancora suonando nel Santuario di Maria Madre della Chiesa. L’ultimo in ordine di tempo che ho realizzato, nel 2012, è il grande organo per la Parrocchiale di San Lorenzo ai Novagli, dono della famiglia Senini in memoria del loro caro Giorgio, un organo da guinness dei primati. Amo costruire anche “portativi medioevali” piccoli organi da processione».

Che legni usa per costruire i suoi organi?
«Il legno che garantisce la durata nel tempo è il cipresso, anticamente era molto utilizzato per fare serramenti da esterno perchè la sua resina è un veleno per il tarlo. Il cipresso è anche ben risuonante. Per certi registri vanno bene anche l’abete, il ciliegio, il rovere; a ogni legno corrisponde un timbro particolare, il tipo di legno incide sul suono per il 30 per cento, il resto dipende dagli spessori della canna, dai trattamenti che si fanno sui legni, dalle intonazioni delle bocche delle canne».

Che repertorio eseguono con i suoi organi?
«Tutta la letteratura che parte dal Medio Evo fino alla fine del Settecento, inizio Ottocento, fino al “primo” Beethoven perchè in seguito il gusto musicale è cambiato e anche gli strumenti si sono adeguati al tipo di composizione».

Ci sono scuole dove si può imparare a costruire organi?
«A Crema è possibile seguire un corso triennale, anche di restauro ma nella maggior parte dei casi il mestiere si impara lavorando a bottega da un organaro».

Di che cosa è particolarmente orgoglioso?
«Ci tengo a dire che mi sono specializzato nella costruzione di organi con canne di legno, di ogni dimensione».

Trovarsi di fronte all’organo costruito da Giuseppe Tisi per la Parrocchiale dei Novagli è un’emozione davvero importante. Anni di lavoro che hanno dato vita ad uno strumento dal suono celestiale, di «intonazione tedesca», che garantisce un attacco immediato e un suono brillante e definito. Del risultato Giuseppe è giustamente orgoglioso.
«Quando ci fu la celebrazione per l’inaugurazione dello strumento l’abate Bertoni mi disse che si sarebbe dovuta ricostruire la chiesa per valorizzare lo strumento visto che l’acustica della struttura non è ottimale e che avrebbe suonato meglio in Duomo. Un bel complimento ma io sono felice e orgoglioso che la famiglia Senini lo abbia donato alla mia parrocchiale».