Rovato

Giro di spaccio in famiglia: 5 condannati in appello

Documentate 3mila cessioni a Rovato, principalmente di cocaina, per un presunto profitto di 120mila euro.

Giro di spaccio in famiglia: 5 condannati in appello
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Un giro di spaccio che veniva gestito "in famiglia", se così si può dire: marito, moglie e cognato, con la collaborazione di due amici, tutti di nazionalità albanese. Un'attività che ha fruttato circa 120mila euro nel corso del 2020 (questo il periodo dell'indagine svolta dalla Polizia Locale di Rovato) e che aveva come base un appartamento di Rovato. A due anni di distanza, è arrivata la sentenza d'appello: tutti condannati, anche se solo per il "capobanda" si sono aperte le porte del carcere.

Giro di spaccio in famiglia: 5 condannati in appello

Sono state alcune segnalazioni di movimenti sospetti a portare l'attenzione del Comando rovatese della Polizia Locale sulla famiglia in questione. Marito, classe 1988, moglie e cognato, originari dell'Albania, che condividevano lo stesso appartamento, ma anche la stessa attività: appunto lo spaccio di droga. Ad aiutarli nel sodalizio, due amici fidati, anche loro di nazionalità albanese. Per lo più cocaina, anche se nel giro d'affari rientravano altre sostanze (hashish, marijuana ecc.). L'indagine effettuata nel 2020 ha permesso di documentare 3mila cessioni di droga solo sul territorio di Rovato, per un incasso presunto di circa 120mila euro. In un paio di casi, quando il cliente era una donna e non era nelle condizioni di pagare, i pusher si sono accontentati del pagamento "in natura", chiedendo atti sessuali in cambio della droga. La Polizia Locale ha provveduto a inviare il fascicolo in Procura.

In carcere il capobanda

Proprio in questi giorni, a distanza da due anni dai fatti, è arrivata la sentenza d'appello: tutti e cinque sono stati condannati. Solo per il "capobanda", ossia il 34enne, si sono aperte le porte del carcere (la pena è di sei anni di reclusione); per la moglie e gli altri componenti del sodalizio pene più lievi, per le quali è scattata la sospensione condizionale in quanto tutti erano incensurati.

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