Gelate tardive, danni a vigneti e miele

Caldo inatteso prima e freddo inaspettato, un binomio che si è rivelato letale per il settore agricolo produttivo. Dalle prime stime, secondo le rilevazioni, i danni sembrerebbero ingenti.

Danni ingenti alla viticoltura italiana e bresciana. I danni più consistenti nelle regioni tirreniche, con danni fino al 100% in Sardegna ma anche del 20-25% in Toscana. Dopo un avvio di primavera mite con temperature sopra la media, qualche settimana fa era tornato l’inverno, con temperature vicine allo zero e lontane dalle medie stagionali, che si è rivelato letale.

Conseguenze sulla produzione di vini che si riveleranno molto gravi, soprattutto per il settore dell'export.  

In generale i vigneti Lombardi, situati in zone pianeggianti sono stati maggiormente penalizzati. Per effetto di inversione termica sono stati molto più limitati i danni in zone collinari. La Franciacorta è tra le zone più colpite vista la precocità di vitigni e posizioni. Si stima dal 40 al 50% di germogli colpiti.

Per le vigne Lugana e Garda, la vicinanza del lago ha molto limitato i danni che vengono stimati in circa 15/20% dei germogli in particolare sulle varietà a bacca bianca e rossa precoce.

Anche la produzione di miele ha risentito di queste tardive gelate. Oltre la metà infatti della produzione di Acacia è stata compromessa dal freddo e dalla pioggia, secondo l'ultima analisi di Coldiretti Lombardia. Il brusco cambio di temperature ha diminuito la produzione da 30 a 10 chilogrammi. La temperatura ideale per la produzione è infatti tra i 15 e 16 gradi di minima e tra i 21 e 22 di massima.

Al caldo anomalo di marzo che aveva già fatto avviare il ciclo vegetativo, era seguita la pioggia delle settimana successive che ha bloccato naturalmente la catena di produzione delle api che dato il brusco calo di temperature, hanno riattivato i comportamenti tipici dell'inverno, bloccando di fatto l'attività all'interno degli alveari.