BORGO San Giacomo

Fuori gioco: flash mob contro la ludopatia

Migliaia di gratta e vinci, scritte col gesso e attori per stimolare una riflessione sulle dipendenze dal gioco d’azzardo

Fuori gioco: flash mob contro la ludopatia
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Fuori gioco: flash mob contro la ludopatia.

Ludopatia

Per una volta si parte da un dato: più di 5milioni di euro spesi nel 2022 a Borgo San Giacomo per il gioco d’azzardo, come riferisce il sindaco Giuseppe Lama via social.

Un dato che fa impressione e che specialmente nei periodi di crisi, e negli ultimi anni ce ne sono stati eccome, si gonfia ulteriormente perché purtroppo spesso chi non ha prospettive ripone speranza nel gioco d’azzardo, siano scommesse o macchinette poco importa, il fenomeno è grave.

Per accendere un faro su questa dipendenza è stato chiamato il noto artista e regista Pietro Arrigoni che grazie alla sua inventiva ha dato vita ad un progetto di grande impatto: «Testimonianza d’azzardo».

«Testimonianza d’azzardo»

«Una mattinata al mercato di Borgo San Giacomo - ha iniziato Arrigoni - I mercati di paese hanno una storia antica e popolare, legati al loro territorio e alla loro comunità. Abbiamo identificato nel mercato lo spazio ideale per parlare di un argomento complesso come il gioco d’azzardo: di quando il gioco d'azzardo da passatempo diventa dipendenza, quando diventa dipendenza è una malattia, che però si può curare. Molte persone con il tempo sviluppano comportamenti compulsivi nel gioco molto simili a quelli che si manifestano con la dipendenza da sostanze. Spesso il giocatore non ha la consapevolezza di avere un problema, ma il problema c'è. Oggi, al mercato di Borgo San Giacomo abbiamo distribuito oltre 150 flyer e parlato con tantissime persone. E’ risultata vincente e parecchio apprezzata, la formula di scrivere con il gessetto brevi frasi tratte da testimonianze di ex giocatori».

Migliaia di gratta e vinci gettati in terra come a decorare scritte col gesso di esperienze vissute, dapprima le persone hanno guardato svogliatamente e poi si sono lasciate conquistare dalle parole, dalle voci scritte, dalle storie che forse qualcuno aveva già vissuto o stava vivendo.

Perché la dipendenza da gioco d’azzardo è un fenomeno che si tende a nascondere allora, per entrare ancora più in contatto con le persone, sono entrati in azione alcuni figuranti che hanno fermato i passanti e raccontato storie di chi ha vissuto questa dipendenza. Ancora una volta inizialmente le persone erano sospettose, ma poi hanno ascoltato, hanno capito e qualcuno ha messo da parte il flyer con le indicazioni per chiedere aiuto.

Obiettivo

Perché l’obiettivo è questo: spronare chi ha un problema a riconoscerlo e chiedere aiuto, perché gli strumenti ci sono. Infatti l’iniziativa voluta nell’ambito del progetto Fuori gioco, grazie al piano di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico promosso da Ats Brescia con l’obiettivo di intervenire sui territori di Ambito 8, con Cooperativa di Bessimo come capofila e grazie all’impegno di Fondazione Bassa Bresciana Occidentale col patrocinio del Comune di Borgo San Giacomo, vuole raggiungere più persone possibili dando immediatamente punti di riferimento: Servizi territoriale per le dipendenze di Orzinuovi 030 71 03 177 - 030 71 03 174, Smi Mago di Oz nella sede di Bagnolo Mella 030 68 22 136, infobagnolomella@smimagodioz.it, Centro specialistico Fantasina Regina di Cuori 329 73 91 614 (dottoressa Schiavone) reginadicuori@bessimo.it, Servizio sociale di Borgo San Giacomo 030 94 81 40 e tutti i medici di base.

L’obiettivo del progetto è in primis la sensibilizzazione verso la tematica delgioco patologico perché questo riguarda la realtà quotidiana, non si pensi al Casinò di Venezia, ma ai gratta e vinci, ai giochi on line, alle macchinette nei bar o nelle sale giochi che sono entrate a far parte della routine di molte persone che non approcciano il gioco nel modo giusto: da momento di semplice svago diventa ossessione giornaliera. Sensibilizzazione e prevenzione, perché non bisogna mai abbandonare la consapevolezza che giocare possa trasformarsi in qualcosa di più grave e ovviamente aiuto per chi riconosce di avere un problema.

«Perché le parole sono importanti. Ogni parola ha una voce. Ascoltarla, scriverla vuol dire conoscere gli incontri, i misteri, le disgrazie e le speranze che ne hanno segnato la strada», ha concluso Arrigoni centrando il problema: prima di tutto la parola che va accolta e valorizzata è da qui che parte la guarigione. Perché ogni parola ha una storia da raccontare.

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