Francesca Monaca, dalla Cina con stupore

Il cammino della vita non è sempre lineare, a volte per capire chi siamo bisogna lasciare tutto, partire, andare, sperimentare, per poi, forse, tornare. I nostri giovani sono l’esempio vivente che l’epoca delle scorciatoie è ormai finita da tempo, e che spesso il cammino di vita ci porta lontano, non perché non si riconosca il valore della propria terra, ma perché è il confronto con il nuovo, il diverso, con ciò che non si conosce a poter generare maggiore consapevolezza di sè.
Lo sa bene la 24enne Francesca Monaca, che, 10 anni di studio di cinese alle spalle e una laurea triennale in Mediazione Linguistica, con una tesi sul turismo cinese nel ventunesimo secolo, è partita alla scoperta del paese più popolato del mondo, la Cina, dove ha vissuto per ben sei mesi. «Ho deciso di provare a studiare cinese 10 anni fa quando mi sono iscritta al liceo linguistico don Milani di Montichiari - ha spiegato la giovane - all’inizio è stata una prova, ma ben presto mi sono completamente appassionata e innamorata della Cina, quando ne ho compreso la cultura e ho approfondito la lingua». Una scommessa andata a buon fine quindi, tanto da aver reso il cinese una sorta di impulso vitale. Nel 2012 Francesca si è iscritta al corso di Mediazione linguistica all’Università di Milano, dove ora le mancano gli ultimissimi esami per la laurea magistrale, non ha avuto dubbi sulle lingue da scegliere: inglese e ovviamente cinese. E’ stata proprio l’esperienza universitaria a spalancarle le porte per il Paese del Dragone.
Dopo l’esperienza a Pechino nel 2014, l’anno scorso le si è paventata la possibilità di una borsa di studio per un periodo di studio più lungo. Indescrivibile la gioia provata quando ha saputo che la sua richiesta di erasmus era andata a buon fine, insieme a quella della sua cara amica milanese Elena Trivini Bellini con cui ha condiviso l’avventura a Dalian. «
Dal 22 febbraio al 12 luglio ho avuto la prova di quanto mi piacesse star lì - ha spiegato - l’esperienza ha addirittura superato le aspettative. La Cina è sicuramente un Paese diverso dal nostro, ma è una meraviglia, sa sorprenderti con qualcosa di nuovo in ogni angolo. Si è aperta di recente all’Occidente quindi c’è tanta curiosità nei nostri confronti, forse anche per questo tante persone si sono sempre dimostrate disposte ad aiutarmi, quasi non ci credono se gli dici che sei italiana, e poi partono con mille domande».
All’inizio dell’esperienza non è di certo mancato lo spaesamento: catapultata in un ambiente del tutto nuovo, dove il cinese non è solo la lingua da parlare e imparare a lezione, nei due corsi universitari seguiti, ma lingua della vita quotidiana. «Ho imparato più in questi sei mesi che in tutti gli anni di studio - ha spiegatoFrancesca che sogna un lavoro a stretto contatto con la Cina, magari come traduttrice - E’ stata sicuramente un’ esperienza arricchente non solo dal punto di vista linguistico, ma anche culturale. Ho viaggiato per motivi di studio anche in Inghilterra e Irlanda, esplorare mi incuriosisce, e ho capito che quella cinese è una cultura che va compresa alla luce delle sue contraddizioni, in cui si percepisce fortemente il fascino di una cultura millenaria, di una bellezza senza tempo». Impossibile rimanere immuni all’affascinante mix fra antico e moderno che la caratterizza la Cina, dove grandi città in continuo fermento ed evoluzione, come la stessa Shanagai da lei visitata, convivono insieme a tradizioni, valori e usanze secolari rimaste immutate nei villaggi del tè o sull’acqua, tipici della Cina «vera».
Tornata a casa, non senza malinconia, Francesca è proiettata sulla sua tesi di specialistica incentrata su Han Han, blogger e scrittore costretto a trovare sempre nuovi espedienti contro la censura. E nello scrivere di lui fantastica sulla possibilità di poter mettere nero su bianco emozioni e luoghi visitati in uno dei tanti racconti che già scrive.