Frana: per gli esperti l'ipotetica onda anomala sarebbe al massimo di 7 metri
Nel caso di un distacco (al momento poco probabile) l'onda massima di 7 metri, all'arrivo sulla sponda Bresciana, si abbasserebbe a circa un metro.

Secondo i nuovi studi, nel caso di un distacco (al momento poco probabile dato il rallentamento della frana) l'onda massima di 7 metri che si verrebbe a creare sul lago, all'arrivo sulla sponda Bresciana, si abbasserebbe a circa un metro. Da lunedì sarà riaperta la litoranea (Sp469) ed è terminata la fase di attenzione in quanto la frana è tornata a muoversi con il livello di spostamenti antecedenti a quello del 23 febbraio che aveva fatto scattare l'allarme.
Frana: per gli esperti l'ipotetica onda anomala sarebbe al massimo di 7 metri
Proprio in questi giorni, la Prefettura di Brescia, unitamente alle principali autorità provinciali e locali di Protezione civile (compresi i sindaci dei comuni bresciani interessati dalla frana di Tavernola Bergamasca), ha partecipato ad un incontro da remoto indetto dalla Regione Lombardia, per acquisire gli esiti dei più aggiornati studi condotti dal team di esperti incaricati dal Dipartimento di protezione civile, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Tavernola Bergamasca e dalla Comunità Montana di Sale Marasino circa la possibile evoluzione della citata frana e le caratteristiche dell’ipotetica onda anomala prodotta dal collasso della stessa.
In tale contesto, oltre a confermare che la velocità della frana si è ridotta fino ad una soglia inferiore al livello di “attenzione”, sono state illustrate brevemente tre diverse ipotesi di onda anomala dedicando particolare approfondimento a quella più significativa ovvero quella che, in rapporto ai volumi di materiale coinvolti e ai tempi di caduta, darebbe luogo agli effetti più gravi ma meno probabili.
Ipotesi, simulazioni e scenari
Dalle prime simulazioni è emerso che l'onda potrebbe assumere un’altezza non superiore a 7 metri nelle aree prospicenti Tavernola Bergamasca e Montisola; la stessa si diffonderebbe poi, ma in misura progressivamente minore, su tutte le zone rivierasche fino a raggiungere valori non superiori al metro di altezza nelle zone più lontane dall’epicentro della frana. Gli studi però non sono ancora completi, soprattutto per quanto attiene alle aree più urbanizzate e quelle caratterizzate da opere ed infrastrutture particolarmente vulnerabili, tutti i Comuni rivieraschi sono stati invitati a rivedere la propria pianificazione di protezione civile rapportandola ai nuovi (e più rassicuranti) scenari di riferimento presentati nella giornata odierna. Si è convenuto, pertanto, di abbandonare la quota m. 195 s.l.m. – adottata preventivamente quale quota empirica di riferimento per il censimento della popolazione e delle infrastrutture interessate per adottare quote variabili da comune a comune in quanto più aderenti ai valori presentati nella giornata odierna.
I sindaci bresciani, quindi, sulla base deinuovi scenari, proseguiranno nelle attività già intraprese completando i relativi piani di Protezione civile, allestendo adeguati sistemi di allertamento della popolazione e predisponendo quanto necessario per assicurare la messa in sicurezza della popolazione medesima. Il COM del Sebino bresciano si riunirà nuovamente all’inizio della settimana per fare il punto della cennata pianificazione come declinata alla luce delle nuove e più puntuali indicazioni fornite dagli esperti.
L'intervento dell'assessore Foroni
Nel corso del vertice in cui stati illustrati a tutti gli enti pubblici le prime risultanze delle modellazioni delle onde di maremoto che si potrebbero formare in seguito al potenziale collasso del materiale di frana nel Lago d'Iseo era presente anche l'assessore alla Protezione civile, Pietro Foroni.
Nell'incontro, come già ribadito, è emerso che le simulazioni dell'onda di maremoto effettuate hanno avuto come base gli scenari di frana già studiati dall'Università di Milano Bicocca, partendo dallo scenario più catastrofico, che è stato valutato anche come lo scenario meno probabile ma al quale va ricondotta tutta la pianificazione di emergenza in corso di redazione.
"Le prime simulazioni, nello scenario peggiore (volume frana a lago di 2 milioni di metri cubi) mostrano che le zone più interessate dall'eventuale maremoto sono quelle di Tavernola e di Monte Isola e, in subordine, di Marone. Anche tutto il resto del lago potrà essere interessato da onde di maremoto ma di intensità via via decrescente sia verso nord che verso sud. Non appena sarà consegnato il primo report analitico, potranno essere precisati i valori e le quote Comune per Comune in relazione ai quali stabilire la pianificazione d'emergenza. Il quadro complessivo emerso dalle simulazioni di maremoto, ancora da validare ed approfondire, è comunque decisamente più rassicurante rispetto alle notizie uscite nei giorni scorsi sulla stampa; a ciò si aggiunge il fatto che anche la frana sta costantemente decelerando sino ad uscire dalla 'fase di attenzione' prevista nelle procedure di gestione del rischio", ha spiegato Foroni.
L'assessore ha annunciato anche la disponibilità a reperire fondi regionali per il posizionamento di reti di sicurezza per permettere la riapertura del collegamento con il Comune di Parzanica (Bg).
L'affidamento dello studio
Inoltre, con una delibera approvata mercoledì 17 marzo, la Giunta regionale aveva stanziato 15.000 euro a favore dell'Autorità di Bacino lacuale per conferire l'incarico (espletato in tre giorni) all'Università di Bologna - Dipartimento di Fisica ed Astronomia per la modellazione delle onde di maremoto sul lago.
L'Università di Bologna, con il suo Dipartimento di Fisica e Astronomia (Prof. Stefano Tinti, Prof. Alberto Armigliato e Prof. Filippo Zaniboni) è stata scelta in quanto ritenuta l'ateneo italiano più competente per questo genere di modellazioni, così come confermato anche dal Dipartimento di Protezione civile con cui l'Università ha collaborato per altre emergenze simili in Italia.