Festa papà? La dirigente dice no

Festa papà? La dirigente dice no
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Domenica 19 marzo è stata la giornata dei papà in occasione della festa a loro dedicata. Un evento sicuramente festoso ma che, data l’evoluzione socio culturale delle «nuove famiglie», mette in difficoltà quelle istituzioni pubbliche che provano a trovare l’equilibrio giusto tra festeggiamento e rispetto nei confronti di chi è meno fortunato.

Abbiamo raccolto lo sfogo di un padre castellano il quale si è detto sorpreso e deluso dalla decisione di non far realizzare il così detto «lavoretto» per il papà in tutte le classi prime delle elementari di Castel Goffredo. «Ho due figli, – spiega il padre – una frequenta l’ultimo anno di asilo e domenica è arrivata a casa contenta col suo dono da regalarmi; mio figlio invece, iscritto in prima elementare, è rimasto quasi traumatizzato non avendo nulla da darmi. Ci ha dovuto pensare poi la nonna a fargli fare un pensiero per rimediare alla mancanza. Io sono venuto a saperlo solo domenica che il classico “lavoretto” non sarebbe stato fatto e che la festa del papà non sarebbe stata festeggiata nelle classi prime. Mia moglie è in gruppo di Whatsapp con altri genitori che condividono la nostra stessa sorpresa».

Poi prosegue: «Io non so se ci siano situazioni difficili a livello familiare per alcuni bambini e non ci metto becco. Però mi chiedo: come mai nelle terze elementari si è fatto il pensiero così come nelle scuole dell’infanzia e in prima elementare no? Per non turbare quei pochi casi di difficoltà familiare si va quindi a penalizzare tutti gli altri? Secondo me questo è uno dei primi passi, sia pur piccolo, per disintegrare il nucleo familiare. Ora per la festa della mamma non so cosa aspettarmi, ma spero possa essere festeggiata a dovere».

A rispondere ci ha pensato la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo, Luisa Bartoli: «Credo che la scuola debba fare delle scelte. Noi festeggiamo i genitori in altro modo, sicuramente più costruttivo: invitandoli alle assemblee coi rappresentanti, comunicando con loro e lasciando sempre la porta aperta per qualsiasi chiarimento. Nel caso in questione ritengo che le maestre, con grande sensibilità, abbiano deciso di evitare che le numerose situazioni di tensione tra coniugi potessero ricadere sui bambini. Mi sembra una polemica sterile e fine a sé stessa dato che la scuola è in continuo movimento a livello di iniziative, non ultima il minuto di silenzio nella giornata contro la mafia».


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