Chiari

Fermati per il parcheggio creativo, querelano l’agente della Polizia locale: «Ci ha maltrattati»

Le scuse dei due in comando, poi il referto senza prognosi e la denuncia. Claudio Kulla: "Incheista interna"

Fermati per il parcheggio creativo, querelano l’agente della Polizia locale: «Ci ha maltrattati»

Un agente della Polizia locale querelato per percosse, e due clarensi (padre e figlio) che dovranno invece rispondere di resistenza, minacce a pubblico ufficiale e rifiuto di farsi identificare. E’ il bilancio, probabilmente evitabile, di una bagarre nata davanti al polo della Primaria di Chiari, a seguito – come spesso capita – di un parcheggio «creativo» davanti alle scuole.

Agente denunciato per percosse a Chiari

Tutto comincia la mattina del 23 ottobre, quando poco prima delle 8 del mattino il clarense (di origini albanesi) R.D, classe 1966, operaio, ha accompagnato insieme al figlio E.D. il proprio nipotino, a scuola. Peccato che, per arrivare il più vicino possibile all’ingresso del polo scolastico, i due (con E. alla guida) abbiano parcheggiato l’auto direttamente sull’incrocio, tra via Lancini e via Isola Verde, a ridosso dell’attraversamento pedonale. Un parcheggio decisamente irregolare, ovviamente. Tanto che di lì a pochi minuti, mentre E. portava il bimbo in classe, è intervenuta la pattuglia della Polizia locale, che come ogni mattina si trovava in zona per governare il traffico e prevenire – appunto – l’anarchia viabilistica ben nota a molti clarensi.

Cosa è successo

Gli agenti hanno immediatamente chiesto a R.D. di spostare l’auto, e qui le versioni del 59enne albanese e degli operatori del Corpo divergono. L’uomo racconta di aver preso tempo spiegando che di lì a poco il figlio sarebbe tornato, e che lui, essendo «in convalescenza» dopo un infortunio, e sprovvisto di patente, non poteva mettersi alla guida. Al rifiuto di spostare subito l’auto, e di mostrare agli agenti i documenti di identificazione, il vigile però lo avrebbe strattonato alla spalla, rivolgendogli anche un’espressione volgare.
Di tutt’altro avviso invece la versione della Polizia locale, che sulla vicenda ha avviato una serie di accertamenti interni per far luce sulla correttezza del comportamento degli agenti. Correttezza confermata, secondo il Corpo guidato da Aniello Amatruda, considerate le circostanze. L’agente avrebbe infatti sì trattenuto l’uomo per la spalla, dopo vari e vani inviti a spostare auto, soltanto quando all’ennesima richiesta di mostrare i documenti d’identità, il padre avrebbe tentato di andare via, senza lasciarsi identificare.

Le scuse dei due in comando, poi il referto e la denuncia

Nessuna violenza, dunque, solo l’impedimento fisico ad andarsene senza rispondere né dell’illecito viabilistico, né della richiesta di identificazione avanzata da un pubblico ufficiale. Ma c’è di più: quando finalmente i due hanno mostrato i documenti, e hanno quindi liberato l’incrocio dall’auto, devono aver capito che il comportamento tenuto in via Lancini avrebbe potuto avere delle conseguenze. I due indagati (padre e figlio) si sono dunque diretti al Comando della Locale di Chiari, poco distante, per chiarire l’accaduto, e per porgere le loro scuse all’agente interessato e al comandante Amatruda, e persino al sindaco di Chiari. Sembrava finita con una stretta di mano, ma usciti dal Comando devono aver cambiato idea.

Poche ore più tardi, i due si sono presentati all’ospedale cittadino. «Accusavo un forte dolore alla spalla e dopo circa due ore dall’accaduto ho deciso di rivolgermi al Pronto soccorso dell’ospedale di Chiari, dove sono stato visitato e dimesso senza prognosi», ha spiegato l’uomo nella querela presentata il pomeriggio seguente alla caserma dei carabinieri di Chiari.
La denuncia orale sporta dal 59enne ipotizza il reato di percosse, a carico dell’agente che l’ha trattenuto sul posto.
Sarà ora la Magistratura a fare luce sull’accaduto e ad appurare se effettivamente si possano configurare – da entrambe le parti – eventuali reati.
Nel frattempo, il Comando ha infatti trasmesso alla Procura di Brescia una notizia di reato a carico dei due. Per resistenza, ma anche per minacce a pubblico ufficiale (uno degli agenti si sarebbe infatti sentito dire «Tu me la pagherai», durante la richiesta di identificazione) e per il reato di rifiuto di fornire le proprie generalità.

La nota stampa del candidato Kulla

Ma la vicenda ha avuto anche un riflesso politico: a renderla nota è stato infatti Claudio Kulla, esponente di Chiari Capitale, che ha chiesto un’inchiesta interna per verificare la correttezza del comportamento dell’agente. Secondo il clarense, già candidato alle ultime Comunali, sarebbero state proferite da uno degli agenti anche espressioni razziste, circostanza questa che tuttavia non è stata confermata nella querela.
Da parte sua, ha spiegato a ChiariWeek il comandante, non ci sarebbero dubbi su questo aspetto, anzi. “In troppi fanno i propri comodi per accontentare il figlio, fregandosene della sicurezza stradale” ha detto Amatruda, stigmatizzando la “strumentalizzazione” politica della lite.

Nella foto in evidenza: il parcheggio delle scuole primarie di Chiari