BRESCIA

Operazioni inesistenti e autoriciclaggio: 5 arresti, sequestrati 7 milioni

I provvedimenti cautelari sono stati emessi all'esito di un'articolata attività d'indagine.

Pubblicato:
Aggiornato:

Ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele dichiarazione, indebita compensazione di imposte ed autoriciclaggio.

Fatture false e autoriciclaggio

Nella mattina di oggi, mercoledì 9 giugno 2021, su delega della Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Modena, con il supporto di quella delle province di Bergamo, Brescia e Verona, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena su richiesta del Pubblico Ministero, nei confronti di 5 persone (tre in carcere e due agli arresti domiciliari), quattro uomini ed una donna, tutti italiani, tra cui un professionista, residenti in provincia di Bergamo, indagate, unitamente ad altre 5, a vario titolo, per le ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele dichiarazione, indebita compensazione di imposte ed autoriciclaggio.

Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni ed è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, fino alla concorrenza dell’imposta evasa accertata, pari a circa 7 milioni di euro.

I provvedimenti cautelari sono stati emessi all'esito di un'articolata attività d'indagine, coordinata questa A.G. e condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena che ha consentito di svelare il disegno criminoso perpetrato dagli indagati attraverso tre società, due con sede nella provincia di Modena ed una nella provincia di Brescia - tutte formalmente operanti nel settore edile - create con l'unico scopo di assumere solo sulla carta del personale ed utilizzate come centri di imputazione di tasse, oneri fiscali, contributivi, previdenziali ed assistenziali.

Obblighi questi ultimi, tutti fittiziamente ottemperati attraverso un sistematico ricorso a indebite compensazioni d'imposta poste in essere mediante l'utilizzo di crediti inesistenti creati ad hoc grazie all’utilizzo sistematico di fatture per operazioni inesistenti. Così facendo, oltre all’indebito vantaggio fiscale, gli indagati riuscivano ad ottenere anche il regolare rilascio del D.U.R.C. e, quindi, abbattendo significativamente i costi di gestione dell'impresa, ad offrire a vari committenti manodopera a prezzi maggiormente concorrenziali rispetto agli onesti imprenditori.

L'attività investigativa

Solo grazie ad approfondite attività investigative, eseguite mediante indagini bancarie, pedinamenti, utilizzo di sistemi di rilevazione satellitare GPS, appostamenti ed intercettazioni è stato possibile svelare l’articolato schema evasivo e risalire al vero amministratore di fatto dei soggetti giuridici formalmente gestiti da meri prestanome.

In particolare, gli accertamenti svolti hanno consentito di ricostruire che a fronte degli accreditamenti finanziari sui conti delle “società strumento”, venivano, disposti bonifici a favore di conti correnti esteri (ungheresi, romeni e croati) intestati a soggetti economici stranieri, con causali commerciali risultate riferite a operazioni inesistenti, aventi quale unico scopo lo smobilizzo del denaro ed il rientro, in contante, nelle mani dei soggetti destinatari della misura cautelare odierna.

Seguici sui nostri canali