Famiglie delle vittime Covid: picchetto fuori dal Tribunale di Roma
Legali e famiglie hanno chiesto che vengano resi pubblici i verbali dell'incontro segreto tra Governo e Regioni avvenuto a fine gennaio 2020.
di Simone Bracchi
Sono andati a Roma per far sentire la propria voce, per chiedere giustizia per quelle persone morte a causa del Covid. Famigliari e avvocati insieme, con tanto di striscioni, fuori dal Tribunale della Capitale, dove si è svolta la prima udienza della causa civile promossa da circa 200 famiglie (tra cui molte bresciane) contro Governo e Regione Lombardia. Una causa per danno da perdita parentale che ammonta a circa 200 milioni di euro, perché a loro modo di vedere la pandemia andava affrontata in maniera del tutto diversa.
Famiglie delle vittime Covid: picchetto fuori dal Tribunale di Roma
Un viaggio fortemente simbolico, visto che il team di legali, guidato dall’avvocato Consuelo Locati e composto dai colleghi Piero Pasini di Palazzolo, Luca Berni, Alessandro Pedone e Giovanni Benedetto, non è entrato in aula, in quanto a causa dell’emergenza sanitaria si è proceduto con il modello della trattazione scritta. Ma fuori dal Tribunale la Locati si è fatta sentire.
"Da fonti che abbiamo ragione di ritenere affidabili siamo venuti a conoscenza di un incontro segreto tra Governo e Regioni il 25 gennaio 2020 sulle misure da mettere in campo per il contenimento del Covid - ha spiegato la professionista, che nei giorni scorsi insieme ai suoi colleghi ha depositato un dossier di oltre duemila pagine - Esattamente tre giorni dopo l'istituzione della task force e due giorni prima della circolare del 27 di gennaio che cambiava la definizione di caso. Il Ministero della Salute Roberto Speranza renda pubblico il verbale di quell'incontro".
Una richiesta molto importante, che si aggiunge ai documenti raccolti in questi mesi di ricerca dal team di legali e dal portavoce Robert Lingard, esperto di comunicazione. La squadra che in questi mesi ha lavorato con grande abnegazione, depositando presso la Procura di Bergamo il rapporto dell'ex ricercatore dell’Oms Francesco Zambon e dando il via all'inchiesta sul piano pandemico. Lo stesso team che è riuscito a entrare in possesso delle "autovalutazioni gonfiate" mandate negli anni sia all'Oms che all'Unione Europea sullo stato della preparazione pandemica.
"La causa civile chiama in causa la politica e le istituzioni e chiede che si assumano le proprie responsabilità davanti ai cittadini che erano chiamati a proteggere e tutelare e di cui, invece, hanno violato sia il diritto alla salute sia quello alla vita", ha concluso l’avvocato Locati.
Per ora si è costituita soltanto l’Avvocatura dello Stato e i legali attendono l’emissione di un provvedimento da parte del Tribunale per esaminare gli atti.
Commissione in Regione
Quello di giovedì è stato un giorno molto importante. Soprattutto perché arrivato a pochi giorni di distanza dal clamoroso episodio avvenuto in Regione Lombardia durante la Commissione d’inchiesta Covid. La compagine di Centrodestra aveva abbandonato la seduta perché a loro modo di vedere "mentre era in corso l’audizione dei famigliari delle vittime, i contenuti della relazione presentata dai loro legali sono stati messi a disposizione della stampa, violando di fatto il patto di riservatezza che regola i lavori della commissione stessa".
Frasi che non sono state digerite dal team dei legali: "Un imbarazzante comportamento, gravemente offensivo nei confronti degli auditi e in particolare del dottor Giuseppe Marzulli, ex dg dell’ospedale di Alzano Lombardo, tanto da portare il presidente della Commissione a invitarci nuovamente. Lontani da qualunque compromissione politica, prendiamo atto della mancanza di rispetto che ci è stata riservata, in particolare da chi ha ritenuto di inscenare simile pretestuosità in funzione del probabile obiettivo di far saltare la seduta e così non rispondere alle domande derivate da evidenze documentali emerse con gli interventi dei legali e del dottor Marzulli. Ancora una volta chi governa Regione Lombardia ha dimostrato di non avere risposte né argomentazioni, men che meno voglia di approfondire, in merito alle responsabilità che sono state messe in evidenza sulla scorta di documentazione inoppugnabile già sottoposta al vaglio della Magistratura sia civile sia penale. Ancora una volta prendiamo atto di un comportamento oltraggioso nei confronti soprattutto dei familiari delle vittime".
Sono giorni molto caldi per i famigliari e i legali impegnati in questa battaglia civile.