Fallimento Coar parlano i dipendenti

I lavoratori della ditta di Porzano di Leno dicono la loro sulla crisi che li ha lasciati senza lavoro e stipendio

Fallimento Coar parlano i dipendenti
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Fallimento Coar parlano i dipendenti

L'azienda metalmeccanica nel mondo degli accessori per serramenti dopo anni di sofferenza e di ammortizzatori sociali ha portato i libri in tribunale. La sede di Porzano di Leno da settembre ha chiuso i battenti e i dipendenti sono a casa senza stipendio. Ora hanno deciso di dire la loro sulla vicenda e sulla crisi della ditta, in attesa della sentenza di fallimento, fissata per il 15 novembre.

I precedenti

Lo scorso settembre Fim Cisl e Fiom Cgil avevano sottoscritto con la Coar, un contratto di solidarietà per i 25 dipendenti per un anno. Ora però scaduto il contratto, la situazione della ditta non si è risollevata ed è avviata la procedura per la richiesta di fallimento. I lavoratori, che sono rimasti in 17, sono a casa in attesa di essere licenziati e della sentenza di fallimento, senza la certezza di essere pagati. Anche se l’azienda ha sempre dichiarato, che finché i lavoratori non verranno licenziati, saranno a suo carico dal punto di vista economico. Questi lavoratori, che da settembre sono a casa e non percepiscono lo stipendio hanno deciso di far sentire la loro voce e dire la loro sulla vicenda che coinvolge la ditta di cui sono ancora dipendenti. Troppe voci in giro darebbero la colpa ai lavoratori stessi, accusati di aver portato al fallimento la ditta.

Le parole dei lavoratori

"Nell'ultimo decennio con la perdita della produzione di un cliente importante e la crisi del settore, l'azienda si è trovata con una riduzione di produzione e fatturato, e invece di credere nello sviluppo aziendale con investimenti ha utilizzato gli ammortizzatori sociali senza rinnovarsi". Queste le parole dei dipendenti in un comunicato stampa. "Al tempo stesso l'azienda si è avvalsa di consulenti esterni, in particolare di una collaboratore che ha preso in mano la gestione della azienda, occupandosi in modo arrogante e molto altezzoso di tutti i rami dell'azienda, dal commerciale alla produzione all'amministrazione. Si è così creata all'interno molta confusione e instabilità tra i dipendenti e senza seguire in modo costante i clienti soprattutto gli storici che ci hanno sempre dato credito e fiducia all'azienda». In questi anni alcuni dei dipendenti si sono licenziati e la ditta ha cominciato a perdere i pezzi. Se a ciò si aggiunge la grave crisi che ha colpito il settore, per l’azienda è stato impossibile risollevarsi.

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