in attesa del processo

Ex vigilessa di Temù: le tappe del tragico omicidio e il movente secondo il "trio criminale"

Giovedì 27 ottobre 2022 inizierà il processo davanti alla Corte d'Assise.

Ex vigilessa di Temù: le tappe del tragico omicidio e il movente secondo il "trio criminale"
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Emergono nuovi inediti dettagli sulla tragica vicenda legata all'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù. Giovedì 27 ottobre 2022 inizierà il processo davanti alla Corte d'Assise.

Una cupcake preparata per la festa della mamma

Dai verbali degli interrogatori i racconti del cosiddetto trio criminale formato da due delle tre figlie di Laura, Paola e Silvia Zani e da Mirto Milani il fidanzato della maggiore. Ad attirare l'attenzione, in particolare, un cupcake a forma di vaso di fiori che le figlie avrebbero preparato, con l'inganno, per festeggiare la festa della mamma. Il dolce venne preparato la sera del 7 maggio, vigilia della festa della mamma.

Il racconto della scomparsa nel nulla della madre

Le figlie hanno spiegato che avrebbero dovuto agire proprio tra venerdì e sabato poiché domenica la donna avrebbe partecipato ad una gita a Cevo e quindi non sarebbe stata credibile la versione per cui la donna fosse uscita di domenica mattina da sola per fare una passeggiata. Il trio, infatti, fin da subito, pensò di raccontare che la madre fosse scomparsa nel nulla dopo essere uscita a fare una camminata. In quella torta, con una siringa, venne iniettata la benzodiazepine. Le figlie raccontano che avrebbe fatto effetto sulla madre dopo circa un'oretta. Laura Ziliani quella sera rincasò intorno alle 22 e mangiò i muffin. Nel frattempo le ragazze hanno raccontato di essersi preparate indossando guanti in lattice e una cuffia aderente in modo da non lasciare tracce del loro Dna.

Il movente

Mirto, Silvia e Paola hanno stretto le mani attorno al collo della donna ormai stordita dai tranquillanti per poi spogliarla, non volevano farla trovare in pigiama per non far capire agli inquirenti che fosse morta di notte. Le figlie hanno poi dichiarato che il movente non fosse legato a questioni di natura economica legate all'eredità ma alla paura che la madre le potesse uccidere.

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