Ermanno conquista la Nuova Zelanda con il suo formaggio

Ermanno conquista la Nuova Zelanda con il suo formaggio
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Quando si gioca con la vita non esiste una strategia vincente, una ricetta da seguire passo passo. Bisogna solo lasciarsi guidare dal proprio istinto e da ciò che ci far star bene. Questo insegna la svolta di un ghedese doc, Ermanno Bodeo, casaro, che a 51 anni ha cambiato per sempre il suo modo di vivere, trovando nuovi stimoli in Nuova Zelanda, ma senza abbandonare le sue passioni. «Ho abitato a Ghedi fino agli anni ‘90, mi sono formato come casaro dopo le scuole dell’obbligo perché ero affascinato da questo mondo e lo sono tuttora – si racconta Ermanno – Ho sempre lavorato su qualsiasi tipologia di prodotto ma la mia specialità sono le paste filate come mozzarelle e provoloni. Da 37 anni faccio questo mestiere e per 27 ho lavorato in un noto caseificio di Lonato, dove ero responsabile di produzione per il provolone a tempo indeterminato».

Nonostante il lavoro sicuro e la pensione vicina, verso i 50 anni ha iniziato a soffrire per la cosiddetta «crisi di mezza età» e ha capito che doveva agire. «Non potevo lamentarmi, facevo il lavoro che amo e avevo un buon posto. Eppure negli ultimi tempi abitavo a Bedizzole e ricordo che non uscivo mai di casa, non avevo uno scopo, un’ambizione». Così si ricordò di un agronomo che aveva conosciuto tempo prima, nel 2009, che si era trasferito in Nuova Zelanda e ne parlava come di una terra magica. «Era dal 2009 che sognavo di vivere in Nuova Zelanda dopo aver ascoltato i suoi racconti di terre sterminate, animali sempre liberi al pascolo, persone sempre gentili e ligi al dovere.

All’inizio ero scettico ma forse a maggior ragione volevo scoprire qual era la verità». Ecco che nel dicembre 2014 arriva la grande svolta, quando trova per caso un annuncio in cui si richiede la figura di un «cheesemaker», un casaro, per lavorare proprio in Nuova Zelanda. «Ho voluto cogliere subito quest’importante occasione.

Dopo un primo colloquio verso Natale, già tra febbraio e marzo 2015 l’azienda mi ha offerto una vacanza pagata per farmi un’idea del posto e capire se davvero avessi voluto trasferirmi lì. La Nuova Zelanda è una nazione giovane e nonostante ci siano città enormi e caotiche, arrivato a Nelson, nel nord, ho capito che quella d’ora in avanti avrebbe potuto essere davvero la mia vita». Dopo aver sistemato i suoi affari italiani, nell’ottobre 2015 ha preso un biglietto di sola andata per la sua nuova vita,  esportando anche tutte le sue conoscenze sulla produzione di formaggio. «Ho iniziato a lavorare per la “ViaVio”, molto consociuta qui in Nuova Zelanda dal momento che i caseifici non sono molti.

Quest’anno abbiamo partecipato ai “Cheese award” nazionali, che hanno raggruppato circa 60 produttori, e abbiamo conquistato la “gold medal”, la medaglia d’oro per il fontal e quella “silver”, d’argento, per la ricotta. Le soddisfazioni davvero non mancano». Nelson è una città che conta almeno il 40% di immigrazione italiana, quindi il problema della lingua non è stato così insormontabile per Ermanno, che parla poco inglese neozelandese. «I primi tempi mi sentivo un po’ spaesato, ma ora tutto è diverso. Posso dire che il mio sogno è finalmente diventato realtà. Qui le persone sono totalmente diverse, sarà per il temperamento inglese che sta condizionando anche me con la sua serenità.

Tutti sono estremamente rispettosi dell’ambiente, non c’è una cartaccia fuori posto e anche gli animali restano sempre liberi. Addirittura sto ancora cercando di farmi tradurre il termine “stalla per le mucche”: qui non esiste proprio, le mucche sono sempre al pascolo, non ci sono allevamenti intensivi e la mungitura avviene una volta al giorno».


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