Emma, la pellegrina che "incanta" gli studenti

Emma, la pellegrina che "incanta" gli studenti
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Ragazzi rapiti,  attenti a non farsi sfuggire nemmeno una parola dei racconti di quella che sembra solo apparentemente una piccola donna, una signora dolce e simpatica giunta a scuola per alleggerire la loro giornata e che invece rappresenta la forza della fede e l’entusiasmo della vita.

Emma Morosini non ci mette molto ad affascinare gli studenti dell’Istituto Blaise Pascal di Castiglione, che ha voluto abbracciare prima della sua partenza il 2 aprile per il suo nuovo pellegrinaggio in Argentina. «L’asinello del Signore», come la chiamano affettuosamente i suoi amici, ha percorso in venti anni più di 40 mila chilometri a piedi, raggiungendo 18 santuari da Lourdes a Loreto, passando per Roma e Czesto Chowa, fino a raggiungere Monterey in Messico, e Nossa Senhora de Aparecida in Brasile.

«Sono nata in una famiglia poverissima - racconta Emma ai ragazzi - l’unica fonte di reddito erano alcune capre, inoltre eravamo durante il Ventennio fascista e mio padre aveva rifiutato di fare la tessera, per questo nessuno gli dava lavoro. La vita era dura: a scuola venivo derisa dai compagni perché indossavo gli zoccoli. Mia madre aveva però una grande fede che mi ha trasmesso insieme alla consapevolezza che nella vita i valori importanti sono la semplicità e l’aiuto verso il prossimo. La mia esperienza di pellegrina è iniziata nel 1994 quando mi accadde un fatto gravissimo: in quel periodo facevo l’infermiera in ospedale e, improvvisamente, mi sentii male. Si trattava di una peritonite fulminante e i medici mi parlarono chiaro: poche sarebbero state le speranze di sopravvivenza per una donna della mia età ad un intervento tanto complesso. Allora feci un voto: se la Madonna mi avesse salvata, le avrei offerto un pellegrinaggio a piedi. Incredibilmente dopo due mesi mi ero rimessa ed ero pronta per il mio primo pellegrinaggio a Lourdes. Non mi sono più fermata: ogni santuario lo visito tre volte, non pernotto negli hotel ma spesso all’aperto o in famiglie che mi danno ospitalità, il mio carrello è la mia casa ambulante e il cielo la mia coperta. Gli anni sono tanti ma li metto in braccio alla Provvidenza che è sempre stata il mio porto sicuro e non mi ha mai abbandonata. Molti mi fanno notare che sono anziana ma se posso camminare ancora bene perché fermarmi? Il mondo è tanto bello! Cari ragazzi, sappiate cogliere la sua meraviglia e vivere con entusiasmo la vostra esistenza».


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