Chiari

Donato un ventilatore polmonare all'Asst Franciacorta

I Leo club del Distretto 108 IB2 hanno potuto incontrare i vertici dell'ospedale spiegare le motivazioni del loro regalo.

Donato un ventilatore polmonare all'Asst Franciacorta
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di Stefania Vezzoli

Donato un ventilatore polmonare all'Asst Franciacorta

Il dono è stato fatto a metà aprile, nel pieno dell’emergenza Covid-19. Di fronte al dilagare dei contagi, un ventilatore polmonare per i medici dell’ospedale di Chiari significava la possibilità di salvare la vita ai pazienti e non c’è stato né il tempo né la possibilità di cerimonie o ringraziamenti.
Due mesi dopo, però, quel momento è arrivato. Sabato mattina i Leo club del Distretto 108 IB2 hanno potuto incontrare i vertici dell’Asst Franciacorta e, in una piccola cerimonia organizzata nel rispetto totale dei protocolli sul distanziamento sociale, spiegare le motivazioni del loro gesto e ricevere il ringraziamento da parte dei medici e della Direzione sanitaria.

La cerimonia

All’evento erano presenti per il Leo club Damiano Onger, presidente del Distretto, affiancato da Ilaria Gustinelli, Anna Frazzini e Alberto Fenili; per l’Asst Franciacorta Jean Pierre Ramponi, direttore sanitario, Fabiano Navoni, che ha seguito l’organizzazione della cerimonia, il dottor Luca Ronchi, responsabile della Pneumologia e il dottor Gabriele Zanolini, responsabile della Medicina Generale dell’ospedale di Chiari; è inoltre intervenuto, in rappresentanza della comunità civile, il sindaco Massimo Vizzardi.

«La nostra realtà distrettuale comprende tre province e 12 club - ha precisato il presidente Onger - Abbiamo convertito i fondi del tema operativo distrettuale e, anche grazie alla donazione di due club amici di Brescia e Mantova, siamo riusciti a raggiungere la cifra necessaria per l’acquisto del respiratore per l’ospedale di Chiari, che ci aveva dato indicazioni del modello. Solo adesso abbiamo potuto fare questa cerimonia simbolica perché in quel momento avevano ben altro cui pensare. Speriamo che sia stato utile e abbia lasciato il segno».

L’utilità del dispositivo è stata spiegata dal dottor Ronchi. «E’ stato usato durante l’emergenza e sarà usato ancora per trattare i pazienti in modo subintensivo evitando l’intubazione - ha precisato - E’ una macchina versatile e passata l’epidemia servirà per altre patologie, può supportare la respirazione in fase acuta e in fase cronica, in modo non invasivo. Il paziente è cosciente, con la mascherina sul volto. Più il trattamento è precoce e migliore è la risposta».
Anche Jean Pierre Ramponi ha sottolineato l’importanza del dono di attrezzature fondamentali come quella acquistata dai Leo. «Esprimo il ringraziamento da parte di tutta la direzione strategica. Non eravamo preparati né al tipo di patologia né al grosso impatto. Chi non ce l’ha fatta non ha potuto vedere i propri congiunti e ci siamo fatti carico di questo aspetto con quello che avevamo a disposizione. Il saluto è stato negato per ragioni di sicurezza, ma per noi questo ha avuto un grande impatto psicologico e la cicatrice rimarrà», ha sottolineato.

Proprio la solidarietà e il supporto emotivo da parte della comunità hanno fatto la differenza durante la pandemia. «Il fatto che tante persone abbiano dimostrato sensibilità è fondamentale e dal punto di vista umano è qualcosa che fa bene - ha precisato il dottor Zanolini - Questo resterà. Non siamo stati eroi ma abbiamo fatto il nostro lavoro con passione». L’avere a disposizione uno strumento che consente di curare il malato potendo interloquire con lui e mantenere la comunicazione, come ha precisato Ronchi, è stato essenziale.
«Il Leo ha fatto davvero tanto, avete dato un contributo importante - ha commentato il primo cittadino clarense - Penso siate davvero una presenza preziosa per il nostro territorio».

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