Don Rinaldo cambia strada
«Ogni sette anni nella propria vita è necessario fare un cambiamento, ci sono tempi e passaggi ed è nostro dovere rispettarli». Con queste parole don Rinaldo Bellini parroco da 5 anni a Polpenazze e precedentemente per 19 a Puegnago motiva la sua decisione di lasciare la parrocchia ad inizio luglio per trasferirsi in un eremo a Sant’Emiliano, Padenghe, per dedicarsi ad una vita di preghiera, lavoro nei campi e accoglienza.
Com’è arrivato a questa importante decisione?
«In realtà ho sempre voluto fare il monaco ma per compromessi familiari sono diventato prete. Ho lavorato a Verona, Colombare di Sirmione, Puegnago e Polpenazze. Adesso sento la necessità di cambiare, dire addio a quello che ho fatto finora e provare una strada diversa. Voglio aiutare chi verrà nell’eremo a trovare un po’ di pace, in una vita sempre di corsa voglio dare la possibilità a chi ne ha bisogno di “stare”. Ho imparato in questi anni che è inutile correre dietro a chi non ne vuole sapere, quindi adesso aspetterò chi viene da me».
Com’è stata l’esperienza a Polpenazze?
«L’inizio non è stato semplice, a Puegnago avevo realizzato un percorso fondato principalmente sui rapporti con le persone e qui ho dovuto ricominciare da capo. Quando sono arrivato c’erano un po’ di pregiudizi nei miei confronti e ho faticato a dimostrare di essere diverso da quello che si diceva. Posso dire però che dopo i primi due anni difficoltosi ho ottenuto molti risultati positivi. La comunità ha capito il mio essere un prete che vive tra la gente e si sono creati ottimi rapporti. Devo anche ringraziarli perchè ho sempre ricevuto sostegno per i lavori che ho realizzato. Tra i progetti più importanti c’è sicuramente la sistemazione di una parte dell’enorme struttura abbandonata di proprietà della parrocchia a San Pietro in Lucone. Adesso vivono lì due suore, a breve dovrebbe arrivare anche la terza, ma il progetto però non è finito. Vogliamo creare un luogo di accoglienza per ragazze madri e bambini abbandonati, ma ci vorranno ancora almeno un paio d’anni. Sono stati fatti i lavori di sistemazione dell’impianto elettrico in chiesa e tra poco inizerà uno dei progetti a cui tengo di più. Verranno recuperati i due piani sotto la canonica per realizzare un oratorio: ci sarà una sala giochi, cucina, bar e servizi igienici. Il progetto è già stato depositato e verrà realizzato utilizzando il contributo che il Comune ci ha dato in cambio dell’utilizzo per 20 anni del terreno “Costa del Pret” e della scala per raggiungere la saletta storica, entrambi di proprietà della parrocchia. Più di 25 anni fa l’oratorio di Polpenazze era l’unico in funzione in Valtenesi poi purtroppo è stato chiuso e la comunità ne ha molto risentito. C’è la necessità di un luogo di aggregazione per i ragazzi».
C’è qualcosa che ha realizzato come parroco che porterà anche nel suo nuovo percorso?
«Sicuramente i corsi che ho organizzato in questi anni continueranno anche a Padenghe. Secondo me uno degli aspetti fondamentali della vita è il rapporto tra corpo e anima che ho cercato di approfondire attraverso alcuni incontri. Ci sono state anche serate con tema la medicina preventiva, l’educazione dei figli, la formazione dei genitori, l’alimentazione. Devo dire che questi incontri sono stati tutti molto partecipati sia dalla comunità di Polpenazze che dai paesi limitrofi. Ho intenzione di organizzarne ancora magari focalizzati sulla meditazione e la pace interiore, adatti al percorso che voglio creare nell’eremo».
Da Gardaweek del 9 giugno