Don Giovanni, il prete che raccoglie fedeli con le vignette

Don Giovanni, il prete che raccoglie fedeli con le vignette
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«A Moniga? Mi trovo davvero male». Inizia così la nostra intervista al parroco del paese e subito  fatto il protagonista di questo articolo, don Giovanni Berti. Ovviamente la frase è ironica ed è proprio l’immancabile pizzico di senso dell’umorismo una delle caratteristiche più spiccanti ed ammirate di don Giovanni: «Scherzavo! A Moniga mi trovo benissimo: un clima e una comunità stupendi, tutto ciò che un parroco possa volere».

I fedeli lo hanno accolto calorosamente al suo arrivo nell’ottobre 2015 e da allora non gli hanno mai fatto mancare l’affetto e il sostegno: «Qui ci sono i pregi di una comunità piccola – ci spiega – ma sempre aperta ai turisti provenienti da tutte le parti del mondo, un mix virtuoso». Ci sono poi altre piazze in cui Berti è nel tempo diventato celebre per doti extra sacerdotali, piazze ben più grandi e ben più affollate di quelle di Moniga: i social network. Giovanni Berti è infatti un appassionato vignettista e dal suo profilo Facebook e dal suo sito internet «gioba.it» condivide le sue creazioni al popolo della rete che, fedelmemente lo segue da 10 anni – che verranno compiuti nel 2017 – con sempre maggior successo. 

«La mia passione è nata al liceo con i primi soggetti satirici sui professori – racconta don Giovanni –. Al tempo disegnavo tutto sul mio diario e lo passavo ai compagni di classe che spesso commentavano le vignette proprio come si fa su Facebook oggi». Una sorta di social network fisico che Giovanni ripropone qualche anno dopo, in seminario, disegnando e appendendo le sue creazioni nel salone della mensa: «Riprendevo le peculiarità dei seminaristi e dei superiori e ricreavo vicende a tema, si divertivano tutti». Nel ‘97 Giovanni approda sul web, crea una lista di contatti e a cadenza regolare invia a tutti gli iscritti le sue vignette. Dieci anni dopo, siamo nel 2007, viene fondato gioba.it e con Facebook le immagini di don Giovanni hanno un’espansione repentina.

Oggi i suoi disegni «catturano» fino a mille like al giorno e il sito registra più di quattromila visite. «Sono prima di tutto un prete – ci racconta – ma è ovvio che anche questo aspetto mi riempie di soddisfazioni». In questi anni la passione del vignettista pastore lo ha portato a numerose collaborazioni, principalmente con riviste di ambito cattolico ed enti ecclesiali, nel 2010 la più prestigiosa delle apparizioni nella rivista e sul sito della Cei. Le vignette del «Vauro cattolico», nome che ci sentiamo di dargli, hanno tema religioso ma affrontano spesso temi di attualità, caratteristica che a volte ha esposto don Giovanni a qualche critica: «Come sacerdote ho dei doveri istituzionali che svolgo dal pulpito, come cittadino sono interessato alla politica nel suo significato più profondo, l’interesse per la cosa pubblica a cui non si può rimanere indifferenti o non prendere posizione».

I malumori restano comunque marginali, le vignette non sono mai volgari né offensive: «I social hanno il grande potere di fare da cassa di risonanza a qualsiasi aspetto, la possibilità di commentare liberamente rischia di generare polemiche che in alcuni casi possono essere pesanti, anche sul web dobbiamo portare un’etica di rispetto per il prossimo». Gioba presto creerà una pagina Facebook dedicata, anche se per sua stessa ammissione è un procrastinatore cronico e non sa bene quando lo farà. Certo è che l’amore per il disegno si affianca a quello per la tecnologia, un connubio che lo ha reso popolare sul web e che gli ha permesso di sperimentare tecniche di grafica all’avanguardia: «Disegno direttamente in digitale con Photoshop, ogni tanto capita di scoprire nuove funzioni che semplificano procedimenti che prima facevo con strani passaggi da me inventati, ogni volta mi sento un maestro del computer». Come tutti gli artisti don Giovanni preferisce l’approccio creativo alla noiosa lettura di manuali ed istruzioni, una metodologia sicuramente meno efficiente ma che lo stesso prete affronta con autoironia: «Del resto sono apprezzato come sacerdote e un vignettista, non come ingegnere».

 

 

Alessandro Sahebi  - Gardaweek edizione cartacea 30 dicembre 2016


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