Disoccupazione giovanile in aumento, mancanza di lavoro o di voglia?
Partiamo da un dato di fatto: la disoccupazione giovanile è in aumento. I dati Istat parlano di un 22% di inoccupati nel 2004 che aumentano vertiginosamente fino al 34%, dato registrato a marzo del 2017. L’analisi Istat ha preso in considerazione il range di giovanissimi dai 15 ai 24 anni, ma poco importa.
Ciò che ha più importanza è la reale motivazione che spinge le nuove generazioni a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Perché impegnarsi in prima persona quando c’è sempre il genitore o il nonno di turno pronto a sovvenzionare viaggi, auto e vizi quotidiani? Sappiamo bene che anche la stessa Università per tanti rappresenta solo uno strumento per protrarre il più possibile nel tempo la scelta della propria carriera lavorativa.
Certo, non per tutti, fortunatamente, le cose vanno in questo modo, ma sicuramente per una buona fetta della popolazione sì. Tanti poi danno per scontate tante piccole accortezze che, sebbene possano sembrare banali, non possono essere dimenticate, come la corretta redazione del cv, il modo di approcciarsi e di presentarsi.
C’è poi chi un lavoro lo cerca, ma purchè sia comodo, non troppo impegnativo, con orari flessibili, non necessiti nè di esperienza nè di gavetta e, preferibilmente, profumatamente pagato. E’ davvero questo l’atteggiamento che potrebbe ben disporre un possibile datore di lavoro nei nostri confronti?