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Disastro «preannunciato», chiude l’Infanzia di Camignone: «colpa» del Pnrr

Attiva da 60 anni, la Fondazione avrebbe risentito della «concorrenza» del futuro nuovo asilo: e intanto scoppia il caso politico

Disastro «preannunciato», chiude l’Infanzia di Camignone: «colpa» del Pnrr
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Dopo mesi di preoccupazioni per un «disastro preannunciato», è arrivata la conferma: chiude l’Infanzia di Camignone. Tutto ha avuto inizio con un finanziamento ministeriale da 420mila euro per la realizzazione del nuovo asilo, che «l’Amministrazione precedente aveva accolto a maggio 2024, indicando la sede dei lavori», ha dichiarato il sindaco Mariuccia Raccagni (in carica dal giugno scorso), che ha quindi «solo» confermato la destinazione: lo stabile di proprietà comunale in via Chiesa, proprio accanto alla scuola Barboglio. Così, dopo lo sfratto di alcune associazioni, a novembre sono iniziati i lavori, ma la nuova struttura ancora non è pronta.

Chiude l’Infanzia di Camignone: «colpa» del Pnrr

Non tutti concordano nel dire che la costruzione del nuovo asilo abbia portato al fallimento della Barboglio, nonostante l’Amministrazione si sia anche riappropriata di due stanze date in comodato gratuito alla scuola. Quei due locali, infatti, sarebbero dovuti servire per la trasformazione del micronido in nido, «fondamentale per la sopravvivenza dell’Infanzia».

La maggioranza, invece, afferma che «con l’insediamento del nuovo Cda, è stata fatta luce sulla situazione economica della Fondazione: è stato constatato un debito pregresso di circa 190mila euro. Nonostante una trattativa, la Fondazione non ha potuto riequilibrare i conti». Un debito «ereditato e troppo elevato», secondo la Giunta Raccagni, che non poteva essere risanato proprio per colpa della «gestione pregressa». La stessa Giunta ha anche spiegato che l’asilo Barboglio è gestito «da un’entità giuridica distinta dal futuro nido, pertanto non esiste alcuna commistione tra le due realtà». Va però ricordato che la gestione comunale riguarda entrambe, perché il Cda della Barboglio è composto da 5 membri: 3 di questi sono scelti proprio dal sindaco, inclusa quindi la nuova presidente, eletta nonostante la ricandidatura dell’uscente Guido Castioni.

I genitori, invece, supportati dall’opposizione di Marta Orizio, hanno dato una versione differente, già a novembre, con una petizione per salvare la Barboglio. La decisione di sottrarre i due locali, secondo loro, ha «indebolito volontariamente» la scuola che stava tentando di risanare una situazione fragile da tempo. La nomina del nuovo Cda, inoltre, cambia radicalmente gli equilibri. Laura Ricci, dipendente storica della scuola e punto di riferimento per le famiglie, è stata improvvisamente licenziata: «Non abbiamo mai ricevuto spiegazioni, né per l’allontanamento di Laura, che è sempre stata accogliente e attenta con noi e i bambini, né per la chiusura della scuola», ha spiegato Chiara Pasinelli, una mamma dell’ultimo anno. Nonostante a fine maggio il Cda avesse rassicurato tutti sul futuro della scuola, pochi giorni dopo sono stati convocati per una riunione i genitori dei bambini iscritti al prossimo anno; gli altri non hanno mai saputo nulla in via ufficiale. Al di là delle ragioni, la certezza è una: oggi, dopo oltre 60 anni, Camignone non ha più l’asilo e questo «distrugge un’intera comunità», ha concluso l’opposizione di Orizio.

Che succede a Cazzago?

Non è l’unico caso in Provincia: l’opportunità data dal Pnrr ha portato anche alla fine, dopo 120 anni, della Materna Salvatori di Cazzago, in seguito alla costruzione da parte del Comune di un nuovo istituto. In questo caso, però, il personale sarebbe stato già assorbito; infatti, secondo il sindaco Fabrizio Scuri, questa «non è una chiusura, ma un passaggio a una struttura più efficiente e con più servizi»: la notizia ci è arrivata al momento della stampa, verrà approfondita sul prossimo numero.