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Disagi Tav, cittadini bloccati per 6 mesi per un errore nella viabilità promiscua

Oltre alla chiusura del cavalcavia di via Manzoni, i residenti lamentano poca sicurezza

Disagi Tav, cittadini bloccati per 6 mesi per un errore nella viabilità promiscua
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Polvere, viabilità modificata, e alcuni errori tecnici di valutazione che per i residenti, si sono rivelati una vera perdita di tempo.  Sono i disagi creati dal cantiere della Tav  ai cittadini di Calcinato. «Una presa in giro» - commenta il residente di via Manzoni Aurelio Gallina - che in quella via non solo ha costruito l’abitazione di famiglia ma anche l’azienda agricola gestita dal fratello e dal padre.

Disagi Tav, cittadini bloccati per 6 mesi per un errore nella viabilità promiscua

«E’ stata chiusa la strada nei pressi del cavalcavia, costringendoci per mesi a fare il giro dal centro di Calcinatello, per poi scoprire che la chiusura dopo il ponte era evitabile con una deviazione sotto al ponte».
Sì, proprio così. I lavori che inizialmente avrebbero dovuto interessare parte di via Cavour e che erano finiti nel progetto, sono stati posticipati anche per via di un errore di valutazione. Il collegamento con la rete del gas che sembrava possibile solo utilizzando quel tratto chiuso al traffico, è risultato inadeguato dal punto di vista tecnico. Così i tecnici di Cepav Due, probabilmente in accordo con l’Amministrazione Comunale hanno deliberato di aprire la scorciatoia sotto al cavalcavia per i successivi 6 mesi.

«Bene - commenta Aurelio - che abbiano deciso di riaprire almeno il passaggio, come al solito però per arrivare alla soluzione intelligente abbiamo dovuto perdere 6 mesi».

La denuncia dei residenti

Ma la viabilità non è il solo problema che i residenti immersi nei cantieri promiscui si sono trovati a gestire. Anche sulle tempistiche il colosso di Cepav Due aveva calcolato male i tempi.

«Noi avevamo un’azienda agricola con più di 200 bestie destinate alla produzione di carne. Nel giro di poche settimane, ci hanno tempestato di documenti dicendoci che dovevamo andarcene il prima possibile perchè qui stava per essere aperto il cantiere. Ovviamente da allora sono passati anni, noi in compenso però abbiamo ridotto l’attività dell’azienda agricola e dismesso l’allevamento e la produzione di mucche da carne con tutte le perdite che si possono immaginare perchè ci sono rimasti in carico ovviamente i macchinari, i mezzi di lavoro, e alcuni terreni che ora stiamo utilizzando per la coltivazione dell’erba medica. Ecco, questo è quello che abbiamo ricevuto da Cepav Due e dalla nostra Amministrazione: poche informazioni, e anche sbagliate».

La situazione di Aurelio Gallina assomiglia a quella dei vicini di casa, i coniugi Amadei che ormai «convivono» con gli operai dalle tute arancioni. Anche loro hanno denunciato superficialità, indifferenza e tanta distanza tra loro e gli amministratori locali che anche dopo la denuncia sui giornali, non si sono fatti sentire. Così come non si vedono i cartelli di segnaletica, che risultano necessari all’interno di un’area aperta al traffico che mostra una viabilità confusa e spesso assente di qualsiasi indicazione. «Mezzi pesanti, automobilisti, qui passa di tutto perchè le indicazioni non sono chiare. A questo disagio, di vedere passare decine di mezzi pesanti su una strada di campagna, si sommano i pericoli dovuti all’assenza di segnaletica e di illuminazione.

Del resto, gli abitanti della frazione dei Barconi sono abituati ad essere considerati come cittadini di serie b da sempre. «Questa strada l’abbiamo fatto asfaltare noi negli anni ‘70, perchè qui non c’era nulla. Nemmeno i collegamenti principali per le utenze. Abbiamo portato noi per primi in quanto residenti la linea elettrica e anche il collegamento idrico, perchè l’abbiamo sempre considerata casa nostra. Vederla ridotta così, senza il minimo interesse, ci rammarica».

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