Una grande vittoria

Diritti per i riders? Un pontogliese ha reso possibile il sogno

Cesare Pagani è il responsabile del personale globale di Just Eat e ha reso possibile l’accordo tra ditta, lavoratori e sindacati.

Diritti per i riders? Un pontogliese ha reso possibile il sogno
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di Valentina Gandossi

Dignità e tutele ai rider di Just Eat con l'assunzione di 4mila persone nei prossimi mesi.  Ciò che tutti hanno capito è che lo scorso 29 marzo è stato siglato il primo accordo aziendale per l’assunzione dei rider con regolare contratto di lavoro, ciò che probabilmente in pochi sanno è che ad aver reso possibile (in buona parte) il salto verso le tutele di chi si occupa di consegne a domicilio è un pontogliese che da poco più di un anno è il responsabile globale delle politiche d’impiego per Just Eat. Lui si chiama Cesare Pagani, classe 1974; vissuto a Pontoglio prima, e cittadino del mondo poi, è stato il trait d'union tra Just Eat Italia e i sindacati che hanno firmato un’intesa in base alla quale i fattorini saranno assunti come lavoratori dipendenti con contratto nazionale della logistica, trasporto, merci e spedizioni.

Diritti per i riders? Un pontogliese ha reso possibile il sogno

Dignità e tutele ai rider di Just Eat con l'assunzione di 4mila persone nei prossimi mesi.  Ciò che tutti hanno capito è che lo scorso 29 marzo è stato siglato il primo accordo aziendale per l’assunzione dei rider con regolare contratto di lavoro, ciò che probabilmente in pochi sanno è che ad aver reso possibile (in buona parte) il salto verso le tutele di chi si occupa di consegne a domicilio è un pontogliese che da poco più di un anno è il responsabile globale delle politiche d’impiego per Just Eat. Lui si chiama Cesare Pagani, classe 1974; vissuto a Pontoglio prima, e cittadino del mondo poi, è stato il trait d'union tra Just Eat Italia e i sindacati che hanno firmato un’intesa in base alla quale i fattorini saranno assunti come lavoratori dipendenti con contratto nazionale della logistica, trasporto, merci e spedizioni.
La notizia, che sta garantendo finalmente dignità ad un lavoro che in questi mesi di quarantena stiamo iniziando ad apprezzare sempre di più, è rimbalzata nelle scorse settimane su tutti i telegiornali nazionali.

Abbiamo contattato telefonicamente Pagani che dall'altro capo ha risposto dal suo ufficio di Amsterdam, la curiosità più grande ovviamente è legata alla sua carriera lavorativa: come si arriva da Pontoglio ad avere un ruolo di responsabilità globale?

"A 14 anni d'estate andavo a Milano a lavorare come muratore, prendevo il camioncino la mattina presto – ha detto tra il pacato e il sornione – Nel frattempo frequentavo l'Itis a Palazzolo, ho sempre un impiego intanto che studiavo". Pagani ha continuato la sua formazione studiando Psicologia del lavoro e delle organizzazioni a Padova, trasferendosi nella città veneta nel 1994. Finita l'università ha mosso i primi passi in un'azienda di distribuzione che operava nel sud Europa, la cui sede è poi stata centralizzata in Olanda dove lui si è spostato.

"Ho sempre avuto avuto voglia di esplorare e scoprire cose nuove» ha confermato, infatti il pontogliese ha vissuto in una dozzina d'anni in posti differenti e in ambiti sempre diversi: l'India per due anni con una compagnia farmaceutica poi di nuovo l'Olanda e a seguire Angola e Singapore per un’azienda attiva nelle installazioni offshore.
«Nel 2016 sono tornato in Olanda e ho continuato a lavorare come responsabile del personale per qualche anno, poi ad agosto dell'anno scorso è arrivata la proposta di Just Eat Takeaway. E’ stata una serie di coincidenze in realtà, avendo lavorato all'estero ho avuto esperienze con le politiche di impiego e per necessità spesso mi son trovato a gestire il personale collaborando con molte start-up in giro per mondo, esistono regole, diritti e doveri quando hai delle persone assunte".

La regolarizzazione dei riders da parte di Just Eat Takeaway in giro per l'Europa non è una novità ma mancano ancora alcune nazioni tra cui l’Italia.
"Ho lavorato per capire quali contratti offrire, e quali fossero le politiche di impiego migliori per preservare la flessibilità, la sostenibilità e la semplicità organizzativa del business con un occhio di riguardo ai diritti dei lavoratori ed alla responsabilità sociale dell’azienda. Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto professionalmente e del risultato storico raggiunto anche per l'Italia, sia dal punto di vista della trasformazione del business ma anche per avere soddisfatto nell’accordo gli interessi dei lavoratori, della ditta e dei sindacati".

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