Delitto Desenzano, al via la revisione del processo a Rizzi
Uccise un uomo con l’aiuto di quattro minorenni. Calci e pugni per impedire che risalisse dalle fredde acque del lago, al porto di Desenzano. Aveva solo vent’anni Stefano Rizzi di Calcinato quando la sua vita si incrociò con quella della sua vittima, Mohammed Chamrani, senzatetto marocchino conosciuto in città con il soprannome di Ombre, colpevole di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Dopo quasi quattro mesi di indagini Rizzi fu ritenuto responsabile dell’accaduto e condannato in primo grado a 14 anni e in appello a 21.
Il colpo di scena di queste ore potrebbe però portare ad una ridefinizione della pena.
A Rizzi era infatti stata riconosciuta una semi infermità mentale, non sufficiente tuttavia per condizionare il processo. “Abbiamo superato il primo vaglio per ottenere la revisione del processo d’appello – ha spiegato l’avvocato Benedetto Maria Bonomo -. Se verrà riconosciuta la totale infermità mentale del mio assistito, potremmo arrivare ad un totale proscioglimento”.
Rizzi, dopo anni tra carceri, domiciliari e comunità (dalla quale gli è stata contestata un’evasione) è ora detenuto nel carcere di Bollate.
Se fosse riconosciuto instabile bisognerà definire dove trascorrerà il proprio tempo, se in libertà o in forme di controllo e tutela, in base al riconoscimento di pericolosità sociale che gli verrà assegnato.