Dall'emorragia ai mondiali di Sudoku. L'intervista
L'intervista completa apparsa su GardaWeek dell'11 novembre
«Nella vita bisogna sempre trovare quanto più possibile gli elementi positivi di ogni esperienza. L’importante è saper reagire». Queste le parole di Matteo Testa, 28 anni e con le idee chiare per il proprio futuro. «Due mesi fa ho vinto un concorso pubblico che ad oggi mi permette di fare il lavoro che amo. Se ci fossero le possibilità metterei la firma immediatamente per poter continuare questo percorso per molto tempo». Da quindici anni esatti,« compiuti» il 7 novembre di quest’anno, la vita di Matteo ha preso infatti una corsia difficile ma non per questo priva di gioie e soddisfazioni: «Quella sera del 2001 all’improvviso svenni senza motivo.
Nei giorni successivi fui sottoposto ad esami di accertamento perché i medici sospettavano una malformazione congenita di una mia arteria cerebrale» Purtroppo i dubbi dei dottori si rilevarono fondati e la situazione precipitò «Ebbi una crisi e fui portato d’urgenza al pronto soccorso. Quella sera parlavano già di trapianto degli organi». Ma Matteo è forte e dopo una ventina di giorni di coma si sveglia con la parte destra del proprio corpo totalmente bloccata. Con l’aiuto della fisioterapia e dell’instancabile forza di volontà che lo caratterizza Matteo ottiene negli anni risultati straordinari «Certo, non faccio i 100 metri come Usain Bolt ma posso dire di cavarmela più che bene». Da quel 2001 difficile Matteo si mette in gioco e vince la sfida più importante, portare a termine gli studi «Sono riuscito a non perdere l’anno e a finire medie e superiori senza difficoltà». Sette anni dopo la sete di successo di Matteo Testa non si placa: quasi per caso si appassiona al sudoku, gioco matematico che da qualche tempo fa impazzire gli amanti di enigmistica. Gli piace e comincia ad allenarsi, tanto da diventare un professionista: nel 2011 l’esordio nei circuiti ufficiali, a Lucca al Master italiano. Da allora una decina di apparizioni alle edizioni dei campionati nazionali, collezionando un secondo posto a Ferrara, un quarto a Roma e un terzo nell’edizione Master svoltasi a Desenzano
. Matteo non si ferma e porta alta la bandiera italiana ai mondiali di Londra e Sofia, in Bulgaria, ottenendo ottimi piazzamenti «Nel nostro Paese il sudoku non è ancora diffuso, i migliori sono gli orientali, cinesi e coreani soprattutto, anche se nelle fila della nostra nazionale ci sono giovani e giovanissimi promettenti che fanno ben sperare per i futuri risultati». Matteo si allena quotidianamente fra gli schemi quadrati del matematico rompicapo, specialmente di mattina, prima di andare a lavorare. Come anticipato in apertura da due mesi collabora con l’Ufficio dei Servizi Sociali di Desenzano, affiancando gli educatori nella cura e nella compagnia di anziani e bambini. «Se mi dite dove firmare mi procuro io la penna - commenta scherzando - farei questo lavoro per tanti anni: mille sono troppi, forse mi annoierei, però cento li passerei volentieri tra gli alunni delle scuole medie ed elementari». Matteo aiuta soprattutto nei compiti, in tutte le materie «Tranne francese, ma perché non l’ho mai studiato». Il lavoro gli calza a pennello anche se qualche volta riserva delle difficoltà «I ragazzi oggi sono molto agitati, a volte dicono parolacce o capita che non siano del tutto rispettosi. Ho notato che bisogna ripetere le stesse cose più volte, possiamo dire senza mezzi termini che questa non sia l’età dell’ascolto». Come ogni lavoro, si sa, anche quello più bello del mondo ha le sue difficoltà : «Sono ben consapevole che certi atteggiamenti non sono mossi da cattive intenzioni, è una fase della vita, il nostro compito è accompagnarla facendo del nostro meglio. Certo, la sera arrivo a casa distrutto, con la testa letteralmente in fumo, non riesco ad allenarmi al sudoku ma sono davvero felice». Una delle prime caratteristiche che ha colpito Matteo è stata la diversità culturale nelle classi «Tanti stranieri alla scuola Achille Papa, da tutte le parti del mondo». Ma a differenza degli adulti le differenze incidono raramente sui comportamenti dei bambini, molto più complesso gestire il divario di età: «Fra i bambini di prima elementare e quelli di quinta ci sono cinque anni di differenza. Una forbice ampia, a volte è difficile amalgamare componenti così varie».
Una delle sfide che Matteo intraprende quotidianamente e che sicuramente supererà al meglio, come ha dimostrato di saper fare in tutta la sua vita: «A volte si inciampa, può capitare. Ma bisogna imparare dalle cadute, bisogna saper tirare fuori qualcosa di buono da tutte le esperienze. Io nella vita come nel lavoro e nel Sudoku ce la metto sempre tutta, è la chiave per rialzarsi: se ci riuscirò correrò come Bolt, altrimenti lavorerò tra i ragazzi e gli anziani per un secolo».
di Alessandro Sahebi
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