«Da quattro anni prigioniero in casa mia. Oramai mi sembra di essere sepolto vivo»

«Da quattro anni prigioniero in casa mia. Oramai mi sembra di essere sepolto vivo»
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Bruno Pesce ha 36 anni. A dicembre ne farà 37 e in quella data saranno quattro anni e sei mesi che non può uscire di casa. Non è un programma televisivo cult, né un film. È la storia di un ragazzo che abita in via Pietro Nenni, al primo primo piano, in un locale con cinque stanze. L’unico problema è che si trova paralizzato, in carrozzina, e per uscire di casa e scendere anche solo in cortile c’è un’unica rampa di scale, troppo stretta.

Bruno è bloccato in casa sua da quando quattro anni fa ha cambiato la roulotte per quell’appartamento. Ha firmato per un appartamento al primo piano, senza rampe per disabili né ascensori, ma con una promessa che sarebbe stato temporaneo, sarebbe stato lì giusto il tempo che occorreva per trovare un appartamento a pian terreno. Bruno però sta ancora aspettando. Dopo quattro anni è nella stessa casa. L’appartamento è piccolo, adatto per una qualsiasi famiglia, ma per la sua condizione no. Per Bruno è difficile anche solo pensare di spostarsi da una stanza ad un’altra, i corridoi sono troppo stretti per potersi muovere senza rischiare di incastrarsi.  


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