Cucinava piatti con uccelli protetti: ristoratore nei guai
Gli verranno contestate anche violazioni amministrative relative alla mancata tracciabilità degli alimenti, con sanzioni per un importo che oscilla dai 750 a 4.500 euro.
Nei guai il titolare di un locale di ristorazione di Serle, che, ignorando quanto previsto dalla normativa vigente, proponeva tra le pietanze offerte ai commensali il Venerdì a cena, piatti a a base di uccelli protetti.
Cucinava piatti con uccelli protetti: ristoratore nei guai
Prima dell’arrivo dei commensali sono però giunti i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gavardo e del Reparto Operativo SOARDA impegnati nella campagna di controlli antibracconaggio denominata “Pettirosso”, che sorprendevano il titolare in cucina con alcuni esemplari di tordo in cottura. Estendendo il controllo a tutto il locale ed alle pertinenze, i militari rinvenivano e ponevano sotto sequestro altri 222 esemplari, tra cui tordi, fringuelli, pettirossi e balie nere, tutti spiumati e riposti in piccoli vassoi di alluminio all’interno di due congelatori. Tale pratica è ormai da anni vietata su tutto il territorio nazionale, infatti l’art. 21 c.1 lett. bb) della L. 157/1992 vieta la commercializzazione di tutti gli esemplari di avifauna selvatica, anche relativamente alle specie cacciabili, fatta eccezione per il fagiano, il colombaccio, il germano reale, la starna e la pernice rossa e di Sardegna. Il titolare del ristorante, privo di licenza di caccia, non ha saputo giustificare la provenienza della selvaggina rinvenuta e pertanto, oltre ad essere stato deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di commercializzazione di avifauna, detenzione avifauna protetta e particolarmente protetta, e ricettazione, gli verranno contestate anche violazioni amministrative relative alla mancata tracciabilità degli alimenti, con sanzioni per un importo che oscilla dai 750 a 4.500 euro.