Il caso

Crolla il controsoffitto, la casa è inagibile: famiglia disperata

Tutta colpa di un "vicino da incubo" e di una perdita d'acqua che da anni causa infiltrazioni e muffa

Crolla il controsoffitto, la casa è inagibile: famiglia disperata

L’acquisto di una casa, per una famiglia, è il coronamento di un sogno, frutto di sacrifici e fatiche, spesso ottenuto con l’impegno di un mutuo. E’ stato così, nel 2015, anche per Miriam e suo marito: un sogno che, purtroppo, ben presto si è trasformato in un incubo, a causa di una perdita d’acqua che per un decennio li ha tormentati. Fino allo scorso 20 novembre, quando ha provocato il crollo del controsoffitto, in seguito al quale la loro abitazione, a Capriolo, è stata dichiarata inagibile.

Crolla il controsoffitto, la casa è inagibile: famiglia disperata

A poche settimane dal Natale, questa famiglia si è ritrovata in strada, con tre figlie minori: un epilogo drammatico, molto probabilmente evitabile e che ora li costringe in una situazione scomoda dalla quale non sanno come uscire. “Da anni chiediamo al proprietario dell’appartamento sopra il nostro di riparare la perdita, derivante dalle tubature del suo bagno – hanno raccontato – La prima volta che i Vigili del fuoco di Palazzolo sono venuti a casa nostra c’era una macchia sul soffitto, nel tempo la macchia si è estesa, i muri si sono impregnati, la casa si è riempita di muffa e umidità”. Le continue infiltrazioni hanno causato, alle 6.15 del 20 novembre, il crollo di una porzione di controsoffitto proprio sopra le scale che portano alla zona notte (la casa è su due livelli). Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, anche se la paura è stata tanta: “Mia figlia si era alzata per andare a scuola, ha avuto la prontezza di fermarsi in tempo”, ha sottolineato la donna.

L’ennesimo intervento dei pompieri ha portato al verbale di inagibilità.

“Il piano terra della nostra abitazione in realtà è sicuro, ma abbiamo soltanto un bagno al primo piano e per questo non possiamo avere l’agibilità – hanno spiegato – Ci siamo rivolti al Comune di Capriolo sperando di ottenere aiuto ma quello che ci è stato proposto (due stanze d’albergo al costo di 80 euro) non è ciò che ci serve e quindi abbiamo rifiutato. Noi chiediamo solo di poter tornare a casa nostra ma per farlo serve che il vicino ripari la sua perdita”.

Su questo fronte, però, la situazione sembra senza uscita:

“Lui ci ha detto che non intende effettuare i lavori. Si rifiuta perfino di dichiarare che la perdita proviene dal suo appartamento, non consentendoci di chiudere la pratica di sinistro con l’assicurazione. Ci siamo rivolti a un avvocato, ma i tempi sono molto lunghi. Vorremmo festeggiare il Natale a casa, ma temo che non sarà possibile. Le mie figlie in questi anni non hanno mai potuto invitare da noi gli amici per le infiltrazioni e la muffa, io mi sono sempre vergognata di raccontare quello che stavamo subendo. Adesso, però, non ne posso davvero più”.

Un grido di disperazione nella speranza che lo spirito del Natale possa aprire uno spiraglio di dialogo.

Il commento del Comune di Capriolo

“Abbiamo fatto quello che potevamo. Il Comune non è un ente di beneficenza e non può intervenire nelle controversie tra privati”.

L’Amministrazione capriolese respinge eventuali responsabilità nella vicenda. In particolare il sindaco Luigi Vezzoli ha precisato che il 20 novembre scorso, dopo aver ricevuto il verbale dei Vigili del fuoco sull’inagibilità dell’appartamento e la relativa ordinanza, si è recato personalmente sul posto e successivamente ha proposto alla famiglia di trascorrere una notte in hotel:

“Loro si sono rifiutati”.

L’assessora ai Servizi sociali Federica Cattaneo ha aggiunto che il giorno successivo (21 novembre):

“La signora è stata ricevuta in Comune. Loro chiedevano una situazione abitativa stabile, noi abbiamo proposto un contributo economico per aiutarli a superare i primi giorni: a quel punto il marito, raggiunto al telefono, si è infervorato”. Ne sarebbe seguito uno scambio dai toni accesi, al termine del quale la donna ha accettato di firmare un documento per accollarsi la tutela dei minori (che in situazioni come questa spetterebbe al sindaco), prima di andarsene. Il primo cittadino ha chiosato: “E’ un problema tra privati, devono trovare un accordo tra di loro”.