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Cortei funebri: i consigli pastorali tirano dritto

Le ragioni per mantenere tutto com'è affisse agli ingressi delle chiese dell'Unità Pastorale

Cortei funebri: i consigli pastorali tirano dritto
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Le ragioni per mantenere tutto com'è affisse agli ingressi delle chiese dell'Unità Pastorale: Facciamo Chiarezza!

Cortei funebri: i consigli pastorali tirano dritto

Questione cortei funebri: all’ingresso delle chiese dell’Unità Pastorale “Regina della Famiglia” una comunicazione a cura dei Consigli Pastorali di Brandico, Longhena, Mairano e Pievedizio. "Facciamo chiarezza" è questo il titolo del documento affisso sui portoni del luoghi di culto appartenenti all’unità pastorale della Bassa, tra questi quelli mairanesi, paese in cui dei fedeli hanno manifestato nelle precedenti settimane rimostranze rispetto alla modalità in cui si svolgono ancor oggi i cortei funebri: in macchina anziché con la tradizionale processione a piedi degli anni pre-Covid.

Nella comunicazione rivolta a tutta la comunità fedele e civile si legge "In queste ultime settimane abbiamo appreso, da una e-mail pec, da alcuni quotidiani e dai social di questa "iniziativa" volta a voler ripristinare i "cortei" funebri al termine della celebrazione delle esequie. Si menziona al fatto che molti cittadini siano coinvolti; crediamo sia però un uso distorto del plurale maiestatis".

Le righe proseguono "Non servirà dire molte cose ma semplicemente chiarire che, innanzitutto la liturgia delle esequie prevede una processione - cosa ben diversa dal corteo - dove i fedeli, seguendo un percorso ben preciso, recitano o cantano preghiere di suffragio. Prima del Covid questa pratica vedeva la partecipazione degli ormai superstiti fedeli che con "coraggio" si posizionavano per dar inizio alla recita del rosario, dove la voce del sacerdote, grazie all’altoparlante risuonava, mentre le risposte erano praticamente assenti. Diciamo quindi che il Covid non ha nulla a che vedere con il declino di questa pratica di accompagnamento al cimitero".

La famosa pec inviata da alcuni fedeli

"Tornando alla e-mail pec ricevuta il 15 gennaio, la sera stessa era già in programma la convocazione dei Consigli Pastorali Parrocchiali, in seduta comune, che aveva come ordine del giorno la visita giubilare del Vescovo nella nostra zona pastorale; il parroco, don Gianpietro, ha dato comunque lettura della mail ed ha argomentato le motivazioni, già note peraltro, per le quali non si procede più con la processione dopo la liturgia funebre in chiesa. Tutti i membri presenti dei quattro consigli hanno espresso unanime parere favorevole sul proseguo delle attuali modalità. Contrariamente da quanto dichiarato con tono accusatorio, teniamo a sottolineare e ribadire che le celebrazioni delle esequie nelle quattro parrocchie dell'unità pastorale hanno ben poco di "frettoloso" e “confusionario". Se c'è una cosa che non è mai stata trascurata è proprio la liturgia". 

Il decoro? Una funzione ben preparata, animata e partecipata. "Il decoro che tanto é stato invocato da qualcuno è fatto soprattutto da una funzione preparata, animata e partecipata. Per avere un funerale decoroso crediamo sia importante che la celebrazione sia presieduta da un sacerdote (in alcune zone in Italia non è più cosi), che l'animazione liturgica sia garantita (organista e cantori), che la chiesa parrocchiale sia ben tenuta e pulita, che la chiesa parrocchiale sia adornata, che il luogo di accoglienza del feretro sia preparato, che ci sia un aiuto nel servizio liturgico. Tutte queste cose possiamo ancora garantirle perché ci sono parrocchiani di buona volontà che prestano tempo per questi servizi. I promotori di questa "protesta" non li abbiamo mai visti".

I Consigli Pastorali: siamo vicini a don Gianpietro Forbice

"Ci uniamo ai nostri sacerdoti ed esprimiamo vicinanza soprattutto al parroco don Gianpietro per l'esposizione mediatica senza senso al quale è stato esposto e con lui l'intera erigenda unita pastorale. Siamo fermamente convinti che qualsiasi idea, parere o proposta vada condivisa e affrontata con il dialogo, e in particolare con i diretti interessati. Mettiamo da parte i "social" o altre forme che limitano l'ormai dimenticato confronto a quattro occhi. Durante l'anno pastorale è doveroso sottolineare che abbiamo ancora molte forme di suffragio per i nostri defunti, quali le messe del periodo estivo al cimitero e i tridui per i defunti. Se comprendiamo il senso delle preghiere per chi non è più tra noi, è meglio privilegiare queste liturgie più che l'accodarsi ai parenti dietro al carro funebre; peggio ancora se l'intento è quello di conversare".

Il documento si conclude "Dice il Salmista: che cos'è un uomo perché te ne ricordi; un figlio di uomo perché te ne curi? Eppure, lo hai fatto poca meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato. A dare onore e gloria ai nostri defunti non è certo una processione, in quel momento, se crediamo in ciò che stiamo celebrando, la vita non è affatto tolta ma trasformata. Non é fuori luogo che al Signore possa fare comodo un altro angelo presso le sue schiere celesti, e che lo abbia trovato in tutti i fratelli che adesso continueranno ad assisterci nella loro nuova dimensione di vita eterna intercedendo per noi e invitandoci a guardare al futuro con speranza".

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