Testimonianza

Coronavirus, la testimonianza shock: “Noi famiglie siamo state abbandonate”

Cosa succede a chi si ammala

Coronavirus, la testimonianza shock: “Noi famiglie siamo state abbandonate”

E’ toccante, cruda e dura, l’esperienza dell’orceana Roberta Festa di Orzinuovi, che la scorsa settimana ha perso la sua mamma, Mariangela Abbiati, storica maestra, portata via dal Coronavirus: “Noi famiglie siamo state abbandonate”.

“Le hanno diagnosticato la polmonite e rimandata a casa”

«Il 3 marzo ho chiamato il 112 perché mia madre aveva la febbre alta (39.5) e tosse fortissima – ha raccontato – E’ stata dimessa lo stesso giorno dal pronto soccorso di Chiari. Diagnosi: polmonite, ma il tampone non le è stato fatto in quanto “non è CoVid”. L’ho curata a mani nude, fidandomi dei medici, più esperti di me. Due giorni dopo trovo mio papà svenuto in bagno, con una pozza di sangue sotto la testa. Penso a un problema di glicemia, chiamo di nuovo il 112 ma non essendosi rotto niente non lo faccio ricoverare (non sia mai che prenda il CoVid in ospedale). La mamma intanto non migliorava. Il mio compagno è rimasto a dormire dai miei, per darmi sostegno. Il papà ha iniziato a tossire con tosse secca. La mamma nel frattempo è peggiorata al punto che ho dovuto chiamare di nuovo il 112. L’hanno ricoverata e le hanno fatto il tampone. Ovviamente è risultata positiva».
La situazione in famiglia poi non è migliorata e il contagio si è diffuso.

Le lotte con Ats

“A Marco è venuta la febbre, 38.5 per tre giorni, con tosse e raffreddore, a me poche linee – ha continuato – Ho deciso di portare mio papà a fare rx, ho deciso io, non un medico. Ha la polmonite e la febbre. Tutti e tre perdiamo il gusto e l’olfatto – ha proseguito – Quando mia madre è morta non ci siamo potuti nemmeno abbracciare tra di noi, perché psicologicamente il timore di nuocere (perché questo succede, temi di nuocere agli altri) era più forte del desiderio di conforto. Ecco perché non trovo ancora le parole per ricordare mia madre, che se ne è andata sola e spaventata in un ospedale dove il secondo antivirale è arrivato dopo un’altra settimana, perché mancava. Mia madre che non ho ancora sepolto. Perché sono arrabbiata. Perché la Regione Lombardia ha gestito male la situazione e lo dico con cognizione di causa, perché ho amici in diverse regioni e mi sto confrontando. Perché so di dirigenti di fondazioni trovati a farsi fare di nascosto i tamponi. Perché si parla tanto di Roma ladrona, ma l’incapacità gestionale, il populismo e la propaganda emergono in questi casi. Tutti devono sapere come noi famiglie siamo state abbandonate”.

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