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Coronavirus, dopo 48 giorni ancora con i sintomi: il racconto di Samuela

Il racconto di Samuela Bellini, orceana di 38 anni ma residente a Barcellona per lavoro, che purtroppo per essere curata ha dovuto aspettare settimane.

Coronavirus, dopo 48 giorni ancora con i sintomi: il racconto di Samuela
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"Oggi sono 48 giorni che ho la febbre". Ha esordito così nel suo racconto Samuela Bellini, orceana, di 38 anni ma residente a Barcellona per lavoro, che purtroppo, per essere curata ha dovuto aspettare settimane.

Dopo 48 giorni ancora i sintomi del CoVid

Una storia toccante e cruda, quella raccontata da Samuela Bellini, 38 anni, che da troppi giorni sta vivendo il CoVid-19 sulla sua pelle.

Non tutti i malati riescono a ricevere le cure del caso e alcuni, come abbiamo riportato nelle scorse edizioni del nostro giornale, dagli enti competenti non ricevono la considerazione che meritano.
Lo sa bene l’orceana, ma residente all’estero, Samuela Bellini, che martedì ha contato ben 48 giorni di febbre, dovuti a non aver curato il CoVid-19 correttamente.
"È iniziato tutto il 27 febbraio, erano quattro giorni che curavo mio papà a mani nude, al pronto soccorso per ben due volte me l’hanno rimandato a casa perché era solo influenza - ha spiegato la ragazza - Quando hai un padre che sta come stava il mio, l’unico pensiero che hai è veder guarire lui, e per sei giorni ho cercato di resistere e mi sono imbottita di Tachipirina. Il 3 marzo l’hanno ricoverano, l’8 la diagnosi di CoVid. Il 3 marzo sono crollata: febbre, tosse secca, vertigini, vomito, dolori ovunque. Ho chiamato l’Ats, non ho medico di base, vivo all’estero e son rientrata per papà, mi dice che la mia febbre a 38 e i miei sintomi sono paragonabili a quelli di un CoVid asintomatico e quindi devo fare la quarantena e curarmi con antibiotico, tachipirina e paracodina. Non hanno fatto il tampone. E’ passata la quarantena senza che nessuna chiamata da parte dell’Ats, la febbre è scesa a 37,7 e quando mi hanno ricontattata ho spiegato che l’unico sintomo che era passato è la tosse. Mi hanno risposto che ero guarita e che non ero più sotto la loro responsabilità" . Frasi lapidarie. Fortunatamente il dottor Pietro Micheli, nonostante non fosse il suo medico curante, è intervenuto, e dopo qualche giorno di nuovi medicinali prescritti, la situazione sembra migliorare

"Bisogna testare e isolare, ho paura di contagiare qualcuno"

"Ringrazio tutto il personale che ha assistito mio papà quando è andato in ospedale, sono stati molto bravi ma temo ancora per il contagio - ha spiegato la giovane - Bisogna testare i casi e isolarli insieme anche ai famigliari. Ho provato sulla mia pelle che il virus non passa nel giro di qualche settimana. Vorrei fare il tampone per sapere se sono negativa, ho il terrore di uscire e contagiare qualcuno".

Leggi l'intervista completa a Samuela Bellini e al dottor Pietro Micheli su Manerbio Week, Chiari Week, Montichiari Week e Garda Week in edicola venerdì 17 aprile.

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