Coronavirus, a Calcinato non si fermano i decessi in Casa di riposo
La Rsa: "Abbiamo però bisogno di dispositivi quali mascherine FFP2/FFP3, occhiali, guanti, camici. Per chi potesse aiutarci"

Assistere al dilagare del contagio e rendersi conto di poter fare poco per frenarlo. Accade a Calcinato, un paese completamente travolto dal contagio. Decine le persone positive in quarantena, ma ciò che preoccupa ancora di più è la situazione che si sta vivendo alla Casa di riposo, una residenza, come tante altre in questi giorni, alle prese con una guerra. La storia della Rsa è purtroppo sempre più il simbolo di un’Italia che combatte a mani nude.
Calcinato come Barbariga e Quinzano
Calcinato è come Barbariga e chissà quali altre strutture nelle nostre province. Le visite alla Fondazione Casa di riposo di Calcinato erano state limitate da tempo, così come i contatti con l'esterno ma le notizie dei decessi che si stanno susseguendo in questi giorni nella casa di riposo di Calcinato fanno paura. Fanno paura al personale, alle famiglie degli ospiti, alle famiglie dei dipendenti e alla paura si somma anche l'incertezza per tutti coloro che sono in contatto quotidianamente con la realtà della Rsa e dal fatto che i tempi di attesa per i tamponi, laddove vengono eseguiti, superano diversi giorni. Una paura che non trova risposte né soluzioni se non quella di limitare il più possibile i danni. Ad oggi i report di Ats non riportano nuovi decessi. Dai dati diffusi mancano dal conteggio più di 20 decessi (Aggiornamento del 22 marzo) avvenuti nella struttura sui quali non è chiaro se sia stato o se sarà effettuato il tampone. «La situazione è drammatica, racconta un dipendente - che per la propria tutela preferisce rimanere anonimo. Molti colleghi hanno eseguito il tampone e sono risultati positivi, così come alcuni ospiti».
Residenza anziani
I decessi hanno superato abbondantemente la quota 20, su circa 80 dipendenti tra sanitario e amministrativo, molti sono a casa per malattia o per precauzione. La casa di riposo non è un ospedale, non ha medici né strumenti a sufficienza, e il servizio sanitario nazionale non si sta facendo carico in questo momento di queste realtà e nemmeno la politica locale si sta rimboccando le maniche. Nessuna comunicazione ufficiale nemmeno da parte del sindaco Nicoletta Maestri, messo a conoscenza della situazione ma che, nonostante l' emergenza, a noi ha deciso di non rilasciare dichiarazioni. La risposta giunta da Ats sarebbe stata quella di isolare i positivi e cercare di fare del meglio per evitare il peggio.
Dipendenti eroi
I dipendenti che assistono gli anziani sono eroi, proseguono seppur dimezzati e con la paura negli occhi il loro lavoro quotidiano, assicurando pasti e assistenza continua agli ospiti. Agli anziani morti negli ultimi giorni, se ne sommano altri che si trovano in questo momento in quarantena perchè risultati in presenza di sintomi che dovranno essere confermati. Così come anche il personale medico e amministrativo.
«Alla luce dei fatti per i quali si profilava in Italia la comparsa del Virus - fanno sapere i vertici della Rsa - in data 23 febbraio si è proceduto alla chiusura della struttura a parenti e visitatori. Si ritiene oggi necessario informare che nonostante l'evidente situazione di difficoltà, pur avendo messo in atto delle misure per contenere l'eventuale trasmissione, continua il nostro consueto impegno verso i nostri ospiti con professionalità e devozione. Si evidenzia che vengono garantiti tutti i servizi già in essere, quali sanitario, assistenziale, cucina e lavanderia. Nonostante la necessità di misure di isolamento, si cerca di mantenere un clima tranquillo e per quanto possibile sereno, con attività di conforto da parte di tutti gli operatori, animatrici e fisioterapiste, organizzando anche colloqui telefonici e videochiamate con i parenti al fine di lenire questa forzata separazione dai loro cari. Abbiamo però bisogno di dispositivi quali mascherine FFP2/FFP3, occhiali, guanti, camici. Per chi potesse aiutarci».
Il primo decesso
Il 29 febbraio una anziana di 87 anni si era sentita male. I sintomi della polmonite si erano aggravati e viene ospedalizzata. Nel frattempo la Casa di Riposo aveva già chiuso gli ingressi ma il virus chiuso nella Rsa corre più veloce delle precauzioni e i morti diventano due, poi tre, poi quattro fino a superare ora i 15. Di questi solo alcuni sono stati confermati per complicazioni da Coronavirus, sugli altri si attende il risultato dei tamponi, laddove eseguito, per altri la causa di morte viene catalogata come polmonite o arresto cardiaco. La storia della casa di riposo è purtroppo sempre più il risultato di un’Italia che combatte disarmata. E a pagarne le conseguenze saranno i più deboli e le loro famiglie... L'ARTICOLO COMPLETO IN EDICOLA CON MONTICHIARIWEEK
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