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Contro il biodigestore scende in campo un nuovo comitato

Zaniboni: "Gli impianti Forsu già presenti sul territorio sono più che sufficienti e anzi, sono alla costante ricerca di materie prime"

Contro il biodigestore scende in campo un nuovo comitato
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Un nuovo attore scende in campo nella lotta al biodigestore in progetto a Carpenedolo. Si è ufficialmente costituita l’associazione «Comitato Impatto Zero Acquafredda Carpenedolo», presieduta dalla carpenedolese Laura Zaniboni.

Il nuovo comitato

I promotori a dire il vero si erano già mossi diverse settimane fa, organizzando a giugno la grande assemblea pubblica che è riuscita a coinvolgere circa 250 persone, con l’obiettivo di informare la cittadinanza sugli impatti che potrebbe avere la realizzazione del nuovo impianto sovracomunale per il trattamento dei rifiuti organici (Forsu) per produrre biogas e compost di risulta e per lo stoccaggio dei rifiuti della raccolta differenziata. Mercoledì invece la prima iniziativa ufficiale, la «passeggiata impatto zero» per le vie di Carpenedolo. Il corteo, che ha adottato l’azzurro come segno distintivo, si è dato appuntamento in piazza Europa per poi proseguire attraversando il parco Fusetto, con arrivo al parco Orti.

 

I carpenedolesi vogliono sapere

«All’assemblea abbiamo avuto un buonissimo riscontro da parte della cittadinanza – ha commentato Zaniboni – abbiamo ricevuto molte richieste, i carpenedolesi vogliono sapere cosa succede ed essere protagonisti del proprio territorio». La necessità di un comitato nasce dalla percezione di un’azione molto «frettolosa» e poco ponderata da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Tramonti, che ha preso un importante impegno per il territorio senza tuttavia prendersi il tempo di spiegare ai cittadini quali impatti avrà il nuovo impianto. «Non è stata presa in considerazione la volontà di coinvolgere i cittadini. Basti pensare che la convenzione non è nemmeno passata nella commissione preposta: vista l’urgenza e le tempistiche stringenti è stato convocato un consiglio comunale il giorno prima per il giorno dopo». Il riferimento è al consiglio comunale straordinario convocato per l’8 febbraio, con a malapena 24 ore di preavviso, che, tra i voti contrari di Lega e Pd, ha approvato lo schema di convenzione, indispensabile per l’avvio dell’iter.

L'impianto

Il comitato dei cittadini dunque lamenta decisioni poco partecipative e ribadisce il secco «no» alla realizzazione del maxi impianto da 30milioni di euro. Le motivazioni sono presto dette.

«Prima di tutto non serve – ha dichiarato Zaniboni – Gli impianti Forsu già presenti sul territorio sono più che sufficienti e anzi, sono alla costante ricerca di materie prime. In secondo luogo, se è vero che più impianti ci sono più rifiuti servono noi intendiamo ribadire invece la necessità di un cambio di rotta, a favore di politiche che permettano la riduzione dei rifiuti e non la loro moltiplicazione. Infine, come è già noto, la Lombardia è tra le prime regioni per consumo di suolo e cementificazione. Non ha senso dunque per noi andare a sottrarre ulteriore terreno agricolo per la realizzazione di un impianto inutile».

L’area individuata per la realizzazione dell’impianto ha una superficie di circa 50mila metri quadrati e sarà a 5 chilometri dal centro del paese e a 2 chilometri da Acquafredda. Una parte sarà adibita a trattamento del verde Forsu e una parte al trattamento del rifiuto solido dalla raccolta differenziata.  A destare forti perplessità anche il coinvolgimento della Comunità Montana della Valsabbia, insieme ai comuni di Calvisano, Isorella, Mazzano, Montichiari, Montirone, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, San Zeno e Visano, dato che l’impianto sorgerà all’estremo sud del bacino d’utenza interessato e che dovrà poi conferire qua. Fermo restando che ad oggi non è stato ancora dato l’incarico per la progettazione nè è stata fatta una valutazione di impatto ambientale il comitato promette di restare dalla parte del territorio e dei cittadini, puntando sull’informazione e il coinvolgimento in azioni partecipative.

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