Conti: «un grande campione buono»

Conti: «un grande campione buono»
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La bicicletta era tutto per lui. Ed è stata con lui anche nell’ultimo momento di vita. Archimede Conti era alla soglia del primo grande passo, quello di passare dalle giovanili al dilettantismo, quando accadde la tragedia. Era il 1972,lui un bel 17enne, fresco del titolo di campione regionale allievi, uno degli alfieri della squadra con il compaesano Giuseppe Durosini, cadde in quel delle Bettole di Buffalora. Se lo ricorda bene la sorella Giuliana «era andato dal signor Serena - ha raccontato - a far guardare le biciclette, su una piccola discesa di ritorno c’erano terriccio e pietre. Lui voleva arrivare a casa perché la mamma era in pensiero, gli è scoppiata la ruota davanti ed è caduto in terra». Per lui, l’ultimo di 5 fratelli, coccolato e accontentato da tutti non c’è stato nulla da fare. Da allora per i genitori Giulia Agati e Fausto Conti la vita non è più stata la stessa «mia mamma per quattro anni non è uscita di casa, io e tutti i fratelli, Alberto, Carla e Marta eravamo sconvolti». I primi tempi quando vedavamo le bicilette piangevamo tutti. Ma adesso ho capito che Gesù me l’ha preso perché non ha provato nulla di brutto nella sua vita. Ora mi faccio coraggio e vado a vedere i corridori, è una tristezza, vado col magone, ma devo farlo per lui, era troppo affezionato».


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