Cronaca

Contenzioso Comune - Parrocchia: la soluzione non è vicina

L’Amministrazione lascia una porta aperta al dialogo: «Siamo sempre disposti ad incontrare don Lorenzo per risolvere la situazione»

Contenzioso Comune - Parrocchia: la soluzione non è vicina
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Tiene banco da qualche giorno la spinosa vicenda creatasi tra Parrocchia e Comune di Quinzano d'Oglio , se la prima ha scelto di emettere un comunicato stampa da diffondere a mezzo stampa, il secondo ha deciso di entrare nelle case dei quinzanesi attraverso un video a mezzo social.

Cosa è successo

E’ il sindaco Lorenzo Olivari che davanti alla telecamera ha spiegato la situazione a scanso di equivoci.

"Con questo breve video messaggio vorrei spiegare una questione particolarmente delicata e complessa che richiede per l'appunto l'utilizzo di questo mezzo di comunicazione per essere debitamente spiegata alla cittadinanza, dato anche l'interesse che riveste, interesse che risiede per l'appunto in una convenzione in corso tra il Comune di Quinzano d'Oglio e la parrocchia santi Faustino e Giovita", ha esordito il primo cittadino.

La questione è questa: nel corso del 2012 e 2013 venne realizzata una convenzione, tutt’ora in corso, appunto tra queste due parti, relativamente agli interventi di riqualificazione degli impianti sportivi della parrocchia, quindi privati.

"A settembre 2022 chiesi la disponibilità al neo parroco don Lorenzo Boldrini di rivedere gli accordi della convenzione stipulata all'epoca in quanto completamente e oggettivamente sbilanciati nell'interesse privato anziché nell'interesse pubblico cioè della collettività - ha continuato Olivari - benché vi fosse stata una disponibilità iniziale da parte di don Lorenzo, sentito poi sempre con lui l'amministratore diocesano don Mensi in un incontro informale che si tenne in municipio, la parrocchia non diede alcuna disponibilità a rivedere gli accordi della convenzione e questo impedì di andare ad un accordo transattivo che avrebbe evitato tutto ciò che poi è successo cioè essendoci dei profili di potenziale danno erariale, che è un reato penalmente perseguibile ai danni della collettività e quindi anche dell'amministrazione in carica, l'amministrazione, per l’appunto decise in Consiglio comunale, di fare un recesso unilaterale della convenzione".

La sentenza del Tar

Proprio pochi giorni fa il Tar si è espresso su questa questione, essenzialmente più sulle modalità di procedura e non nel merito dei fatti: cioè il Comune avrebbe prima dovuto comunicare il procedimento, cioè il recesso unilaterale, alla parrocchia e poi andare in deliberazione consigliare invece, su indicazione del legale amministrativista, che ha ritenuto che la procedura corretta fosse un'altra, prima si è andati al recesso unilaterale, l'amministrazione ha dato un atto di indirizzo degli uffici e prima che gli uffici recepissero questo recesso si è andato per l'appunto a comunicare l'avvio di procedimento. Quindi tutto si riduce ad un semplice cavillo burocratico, un vizio di forma, ecco perché il Tar ha accolto il ricorso della parrocchia non entrando però nel merito della questione.

Il contenuto della convenzione

"E’ vero che c'è un interesse pubblico e uno privato ma qui è tutto sbilanciato verso il privato - ha continuato il primo cittadino - l’allora amministrazione per fare l'interesse pubblico avrebbe potuto acquistare o eventualmente espropriare l'area, di 3500 mq indicativi, della parrocchia che è stata ceduta all'uso pubblico ma è ancora di proprietà parrocchiale. Indicativamente la stima del valore di quell'area era di 165.000 euro, i lavori che sono stati eseguiti successivamente indicativamente sono ipotizzabili in costi per l'epoca di circa 250.000 euro, sto dando dei valori orientativi tanto per capire la questione, quindi in buona sostanza con circa 400.000 euro il Comune di Quinzano d’Oglio, quindi la collettività, avrebbero potuto diventare proprietari della parte dei beni parrocchiali diventati ad uso pubblico riqualificandola esattamente così come la godiamo oggi. Ad ora però stiamo spendendo un milione e circa quattrocento mila euro per non essere proprietari di quanto stiamo pagando, perché la proprietà è della parrocchia, e dopo 30 anni si dovranno ancora rivedere gli accordi della convenzione ed eventualmente continuare a pagare l’utilizzo di un bene che è già stato ultra pagato e non è diventato di proprietà collettiva".

Il quadro economico

C’è un’ulteriore anomalia: solitamente quando si dà vita ad una convenzione di questo genere ci dovrebbe essere una perizia che certifichi il valore dell’area e in base ai lavori da sostenere si quantifica il quadro economico, da qui si stabilisce una convenzione. Tutto questo però è avvenuto basandosi sul mutuo che ha aperto la parrocchia, che è un soggetto privato, per pagare i propri lavori di ristrutturazione del bene cioè del campo sportivo parrocchiale.

"Qui c’è un problema considerevole: innanzitutto la modalità giuridica che potrebbe essere ritenuta non esattamente lecita ma soprattutto di fatto un danno erariale perché senza neanche diventare proprietario del bene sto spendendo tre volte di più di quello che avrei speso diventandone proprietario, senza sapere cosa saranno poi gli anni successivi alla scadenza dei trent'anni della convenzione - ancora il sindaco - questo è un danno erariale potenziale, quindi è un potenziale reato penale di cui anche il sottoscritto andando a continuare a pagare il mutuo con la parrocchia avrebbe dovuto accollarsi".

Per tutelare la collettività, l'interesse pubblico e della stessa amministrazione si è ritenuto quindi di andare a rivedere la convenzione, ma non c'è stata la disponibilità della controparte parrocchiale ecco perché si è andati al recesso unilaterale, di conseguenza la parrocchia ha fatto ricorso e si è aperto il contenzioso. Un’altra anomalia della convenzione è che sul bene comunque privato e che rimarrà tale anche dopo aver versato 1.400.000 euro, il comune doveva anche pagare tutte le polizze assicurative e accollarsi i costi di manutenzione. Se è vero che in una convenzione c’è un interesse reciproco qui manca totalmente.

Il futuro

Non manca però nella Giunta e nello stesso Olivari la disponibilità ad andare ad accordo transattivo cioè a rivedere i contenuti nella convenzione, sempre che a questo punto essendo stato avviato tutto un iter vi sia ancora la possibilità giuridica di procedere in tal senso.

"Circa una settimana fa prima che si pronunciasse il Tar don Lorenzo ed è passato tra l'altro in ufficio da me dicendo che a questo punto la parrocchia era disponibile a rivedere un po’ gli accordi di questa convenzione per cui vedremo se ci sarà o meno ancora questa possibilità, diversamente bisognerà valutare il da farsi nel senso che noi dobbiamo aspettare anche la pronuncia della Corte dei conti che dirà effettivamente se c’è o non c’è un danno erariale, quindi bisognerà verificare se ci siano i presupposti giuridici per andare comunque subito all’accordo transattivo e chiaramente la convenzione, così come è stata stipulata visto che il giudice del tribunale amministrativo del Tar non è entrato nel merito, è una convenzione oggettivamente sbilanciata e io necessito per garantire l'interesse della collettività di un giudice che mi dica che anche se è vero che l'interesse è completamente sbilanciato verso il privato, va bene così e si può andare avanti a pagare, però che si accolli questa responsabilità e certifichi l'interesse collettivo un giudice e questa cosa non venga invece scaricata su un'amministrazione in carica che sta cercando di tutelare per l'appunto l'interesse collettivo e che tra l'altro si ritroverebbe a dover rispondere penalmente di azioni compiute da parte dei suoi predecessori", ha concluso il primo cittadino.

Ora non resta che aspettare la decisione della Corte dei conti, nel frattempo il sindaco Olivari mantiene la porta dell’ufficio aperta, pronto per trovare una nuova soluzione col parroco don Lorenzo per risolvere la questione.

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