Conte e Speranza, archiviate le loro posizioni
Il Tribunale dei ministri di Brescia ha accolto la richiesta della Procura
Inchiesta Covid, archiviate le posizioni di Conte e Speranza.
Conte e Speranza, posizioni archiviate
Il Tribunale dei ministri di Brescia ha accolto la richiesta della Procura archiviando la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia nel 2020.
Erano stati sentiti a maggio
L'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza a maggio erano stati convocati al Tribunale dei Ministri di Brescia, quest'ultimo competente per valutare la loro posizione in merito alla questione sulla gestione dell'emergenza Covid. Dopo una mattinata nel corso della quale manifestanti no Vax e no Green Pass si erano assiepati davanti al tribunale, Conte e Speranza sono giunti alle 14. Per loro è stato pensato un ingresso secondario al fine di evitare le domande dei giornalisti. Questi ultimi, al termine, hanno potuto parlare con gli avvocati difensori di entrambi.
Conte e Speranza hanno risposto alle domande in merito alle scelte effettuate durante la prima e più critica ondata del Covid le quali conseguenze peggiori si sono verificate in Lombardia e in Val Seriana. Tra le motivazioni per le quali risultano essere indagati quella legata alla mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo. A ciò si aggiunge inoltre la mancata applicazione di un piano pandemico.
Conte ha risposto a tutte le domande ricostruendo quanto accaduto nel periodo che va dal 26 febbraio al 6 marzo 2020. Anche Speranza ha dato risposta a tutte le domande che gli sono state formulate evidenziando come quanto fatto e deciso è stato fatto e deciso nel rispetto delle norme.
Gli altri indagati
Ad essere indagati dalla Procura guidata da Antonio Chiappani nell'inchiesta sulla gestione del Covid a Bergamo sono inoltre: Miozzo, ex coordinatore del Cts, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l'ex assessore al welfare Giulio Gallera, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.