Con il metal detector sul lago: "Di chi è questa fede?"

«Ho iniziato per passione guardando un programma Tv, poi ho cominciato a prenderci gusto. Ora è diventato anche un servizio per chi ha bisogno».
Gianluca Toto ha le idee chiare: il metal detector, il suo hobby, può essere molto più di un passatempo: «Tante persone mi chiedono una mano per ritrovare oggetti persi nel lago, io lo faccio volentieri senza chiedere nulla in cambio».
Ma andiamo con ordine: Gianluca Toto ha sempre avuto la passione della ricerca e dell’archeologia: «Sin da bambino amavo guardare riviste e programmi a tema e una volta cresciuto ho continuato a coltivare questo interesse. Guardando la tv, Dmax precisamente, mi sono imbattuto circa quattro anni fa in un programma dove veniva fatto uso del metal detector, strumento in grado di rilevare oggetti metallici anche a certe profondità nel terreno. Così mi è venuta l’idea di comprarne uno in internet e ho cominciato a scandagliare le spiagge gardesane». I primi passi nel mondo del metal detector non portano molti frutti: «La profondità di rilevazione era bassa, inoltre non potevo andare in acqua. Ho raccolto tante monete è vero, ma sicuramente non sufficienti a fare di me un milionario. Tuttavia mi divertivo, lo trovavo un passatempo migliore di passare le ore al bar, così ho investito in un secondo strumento, questa volta subacqueo».
Da quel giorno per Gianluca il metal detector diventa una delle sue più grandi passioni: «Appena ho due ore libere mi metto alla ricerca. Lo trovo allo stesso tempo emozionante e rilassante». Molte sono le persone incuriosite dall’inusuale attività di Gianluca: «Tanti si fermano a chiedere cosa io faccia, uno una volta mi ha chiesto se fossi alla ricerca di tartufi. Una signora se fossi in cerca di acqua...E poi ci sono i bambini, per la ricerca non sono il massimo ma è sempre un piacere passare del tempo con loro».
Nel corso delle sue perlustrazioni Gianluca ha trovato diversi oggetti di valore: monete, catenine, anelli. Niente che lo abbiano reso Zio Paperone, ma comunque un discreto bottino. Tuttavia è lo stesso Gianluca a precisare: «Mi sono dato una regola: se sull’oggetto c’è un’indicazione che possa far risalire al nome del proprietario, allora farò di tutto per trovarlo».
Qualche settimana fa Gianluca ha postato sulla sua pagina Facebook «Roops» (potete trovarla digitando su Facebook Gianluca Roops) la foto di una fede nuziale sopra la quale è inciso un nome e una data: «Monia 27-6-98». In pochissimi giorni l’appello di Gianluca ha raccolto oltre 8mila condivisioni: «Altre persone mi hanno scritto. Un ragazzo ha trovato la mia pagina Facebook e mi ha chiesto di recuperargli gli occhiali caduti nel porto di Rivoltella, una giovane ragazza ha perso un bracciale al parco Caneva e visto il valore affettivo verso l’oggetto ha chiesto il mio aiuto. Per me è un piacere, non un lavoro. Non chiedo nulla in cambio».
Gianluca non nega che un giorno «Roops» possa diventare ancora più grande ma per ora resta una passione con un occhio anche all’ambiente: «In quattro anni ho raccolto anche diverse tonnellate di rifiuti. Il lago è il nostro bene più prezioso, un giorno con Roops affronterò anche questo tema»
Da Gardaweek del 15 settembre 2017