Cigno reale ucciso a sassate

Cigno reale ucciso a sassate
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E’ andato a morire fra le flebili canne lacustri, estremo tentativo di fuggire alla morte, ma non c’è stato nulla da fare: troppi i colpi subìti, troppe le sassate scagliate a distanza ravvicinata. E’ morto così un candido cigno reale sul lago di Garda, uno di quelli che in questi giorni vengono sulla spiaggia per riscaldarsi con gli ultimi raggi di sole autunnale e racimolare dai bambini un biscotto o un pezzetto di pane. Ma sul bagnasciuga del lungolago Cappuccini di Peschiera del Garda  uno di questi animali ha avuto la sventura d’imbattersi in tre sedicenni danesi in gita scolastica, che pensavano di poterci giocare impunemente, rincorrendolo e toccandolo come fosse una papera; ma il cigno, fiero ed elegante, sa essere anche minaccioso per difendere la prole,  il suo nido o il partner cui è legatissimo, poiché  forma coppie monogame che restano tali per tutta la vita. Si è quindi ribellato ai ragazzi che lo infastidivano e per nulla impaurito li ha fronteggiati, ha proteso il collo, rigonfiato le piume e soffiato a becco aperto verso i suoi nemici, che non gli hanno perdonato l’aver osato reagire. L’uccisione è stata segnalata ai Carabinieri della Stazione di Peschiera del Garda, intervenuti sul posto facendo recuperare il cigno dal servizio veterinario dell’Azienda ULSS 9 di Bussolengo, che ha incaricato l’istituto zooprofilattico sperimentale di Verona per  l’esame ispettivo la carcassa, con tanto di dettagliato referto autoptico.

L’episodio non è rimato impunito: i Carabinieri di Peschiera del Garda hanno raccolto alcune testimonianze fra cui quella del professore danese che accompagnava una scolaresca in vacanza sul Garda, ospite di un villaggio turistico prospicente al lungolago arilicense:  con estremo senso civico l’insegnante ha subito individuato i suoi tre studenti responsabili dell’accaduto riferendone i nominativi ai militari dell’Arma, che li hanno denunciati al Tribunale dei minori per uccisione di animali: il codice penale punisce  con la reclusione da 4 mesi a 2 anni chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale.


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