Centoquattro candeline per il decano di Calcinato: Buon compleanno Rino
Un compleanno da record per Silvestrino e visita al cuore della sua vita operaia

Centoquattro candeline e ancora tanta voglia di vivere. Silvestrino Franzoni, per tutti semplicemente Rino, ha festeggiato il suo 104° compleanno lunedì 17 giugno, conquistando con pieno merito il titolo di decano del paese. Un traguardo straordinario che la sua famiglia ha voluto condividere con amici, conoscenti e l’intera comunità di Calcinato, che da sempre lo considera una figura simbolica di semplicità e tenacia.
Nato a Mazzano nel 1921 in una famiglia che definire numerosa è dire poco – ben 17 fratelli – Rino si è trasferito da giovanissimo a Calcinato, dove la vita iniziava a cambiare grazie alla nascita delle prime fabbriche. Il padre, contadino, cercò fortuna nei campi, mentre lui sognava di costruirsi un futuro solido, e così è stato. La guerra lo portò lontano, nel deserto nordafricano, ma non gli tolse la voglia di rimettersi in piedi. Tornato a casa nel 1943, trovò l’amore della vita – la dolcissima Nella – e il lavoro che gli avrebbe permesso di crescere la sua famiglia.
Il suo ultimo lavoro alla Cavagna Group
Per ben 44 anni Rino ha varcato ogni giorno i cancelli della Omeca, di Cavagna Group, lavorando con passione e dedizione al reparto stampaggio di rubinetti in ottone. E proprio lì, nell’azienda dove è entrato giovane e che ha salutato solo alla pensione, è tornato pochi giorni fa, accolto con grande emozione dai vertici del gruppo e dallo stesso presidente Carlo Cavagna. Una visita speciale, organizzata per il suo compleanno, che ha lasciato il segno. Rino ha potuto rivedere il reparto dove operava, oggi completamente modernizzato ma ancora attivo, con quel macchinario – trasformato dalla tecnologia – che continua a produrre componenti come allora. «È stato come tornare indietro nel tempo – ha raccontato il figlio Elio commosso.
Fondata nel 1949 da Paolo Cavagna, l’azienda oggi è una realtà internazionale con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato da 340 milioni di euro (2023). Ma in quel gigante industriale batte ancora il cuore operaio dei suoi primi dipendenti, come Rino.
Un arzillo centenario
Fino a pochissimo tempo fa si poteva ancora vederlo sfrecciare in paese con la sua inseparabile Graziella, una bicicletta che è stata per decenni la sua compagna di libertà. Oggi, per decisione dei medici, la bici è «appesa al chiodo», troppi cantieri, troppo traffico per le strade invase dai lavori per la TAV. Ma guai a parlare di immobilità: Rino cammina ogni giorno, cura con amore il suo orto e il giardino, si appassiona ai programmi in tv e gode, finalmente, della pace e della serenità che solo una lunga vita ben vissuta può regalare.
Costanza, ottimismo, saggezza
Vedovo da tanti anni, non si è mai lasciato abbattere. Sempre lucido, gentile, con il sorriso sulle labbra, è circondato dall’affetto dei figli Elio ed Edoardo e dei nipoti, che ogni anno lo festeggiano come si deve. Anche quest’anno non è mancato l’appuntamento: tra amici e il pranzo in famiglia, con torta, brindisi e ricordi da condividere.«È una gioia immensa poterlo celebrare – racconta Elio – nostro padre è un esempio per tutti, un fenomeno della natura. Siamo orgogliosi e felici di poter vivere con lui questo traguardo».A Calcinato, intanto, tutti lo salutano con affetto. Perché Rino è molto più che un centenario: è la memoria vivente di un paese che cambia, ma non dimentica le sue radici. E con il suo passo lento ma sicuro, continua a insegnare che la forza non sta nella velocità, ma nella costanza, nel coraggio e nella bontà d’animo.