Castiglione,«ho cucinato per Sergio Mattarella»

Castiglione,«ho cucinato per Sergio Mattarella»
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Un castiglionese cucina in Camerun per il presidente Sergio Mattarella. Sembra quasi una coincidenza che ha dell’incredibile ma è tutto vero. Marco Carasi, 21 anni e un sorriso vivace che non manca in nessuna delle sue foto. Marco ha frequentato la scuola media Blaise Pascal per poi scegliere come scuola superiore l’istituto Alberghiero a Desenzano, durante il quale ha avuto l’occasione di partecipare a “La prova del cuoco”. Uscito dalla scuola si tuffa nel mondo del lavoro. Poi la svolta. Quando incomincia la tua passione per la cucina e come nasce? «L’amore per la cucina nasce fin da molto piccolo. Ero abituato a passare il tempo con le mie nonne mentre cucinavano i loro piatti. Nonna Tina e nonna Carmen mi hanno trasmesso tutte e due tantissimo. Cercavo sempre di rubar loro tutti i segreti che avevano. Ma un un grazie lo devo anche a tutto quello che lo chef e professore Walter Mesar dell'Istituto Caterina De’ Medici di Desenzano mi ha insegnato. E’ stato un vero e proprio insegnate di vita.» Come nasce la tua esperienza in Camerun?

«Lo scorso anno mi è stata proposta questa esperienza e inizialmente sono rimasto un po’ stranito dalla proposta, chiedendomi “Ma cosa vado a fare in Camerun?”. Poi se hai un po’ di spirito d’avventura ti rimbocchi le maniche, prendi coraggio e parti. Sono finito in Camerun innanzitutto per una sfida personale e per la voglia di mettermi in gioco. Anche perché fondamentalmente ero stato semplicemente contattato da una persona del luogo, Ambroise Kuam Nauffo, e da un altro italiano, Roberto Papa, che era già da tempo presente in Camerun.» Qual è stata la tua prima reazione quando hai saputo che dovevi cucinare per il presidente? «Bè sicuramente molto sorpreso. Insomma chi lo avrebbe mai detto? Poi però anche molto realizzato, non è una cosa che capita tutti i giorni. Ma la voglia di mettermi in gioco era tantissima, proprio per dimostrare ciò che spero di valere.» Che piatti hai cucinato per il Presidente? Hai preferito cucinare piatti più tipici del Camerun o gli hai fatto qualche piatto della tradizione culinaria italiana? «Io e i miei colleghi abbiamo deciso per dei piatti italiani, in modo da farlo sentire il più possibile a casa. Alcuni dei piatti sono stati: un quadrittico di antipasti, la pasta alla norma rivisitata, del capitain (un pesce simile al merluzzo) al forno oppure del filetto di manzo con una salsa al Porto.

Tra i dolci la panna cotta alla citronella.» Panna cotta alla citronella? «Sì, hai capito bene. E’ conosciuta soprattutto per il suo profumo intenso che tiene lontano gli insetti, ma in realtà è ottima nelle tisane e nei dessert perché pulisce la bocca e l’organismo. E’ un disinfettante naturale che fa benissimo, come lo zenzero.» Qual è il piatto più impegnativo che hai fatto? «In realtà sono stati tutti impegnativi. Nel farli bisogna seguire delle regole precise, un protocollo, quindi tutti sono abbastanza difficili. Anche quello che può sembrare semplice non lo è, e alcuni sono più lunghi come preparazione.» Quando hai incontrato il presidente che parole vi siete scambiati? «Gli ho detto quale onore fosse per me aver cucinato per lui. Dopo avermi fatto i complimenti per i piatti e avermi detto che era tutto buonissimo ci siamo salutati.» Pensi di ritornare in Italia? «Sono qui da Dicembre e quindi per ora ho solo il visto, che mi scade il 2 giugno. Penso proprio di prendere l’aereo già il 3. Poi dovrò decidere se tornare o partire per delle nuove avventure».

Miriam Favro 


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