Sanità

Caso protesi, costose e non necessarie: perquisizioni in corso anche a Brescia

Le indagini vedono coinvolti undici indagati.

Caso protesi, costose e non necessarie: perquisizioni in corso anche a Brescia
Pubblicato:

Protesi non necessarie, in corso perquisizioni anche a Brescia

Ordinanza di custodia cautelare

Ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip ed eseguita dai finanzieri del Comando Provinciale di Milano coordinati  dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone indagate per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.

Parte di un sistema di corruzione

Le investigazioni che hanno preso il via oggi (martedì 11 ottobre 2022) si inseriscono in una più ampia indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e vedono coinvolti complessivamente 11 indagati, appartenenti ad un ipotizzato sistema di corruzione nell’ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici, perpetrato da un’azienda leader nel settore dell’odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende Ospedaliere pubbliche lombarde.

Come riportato da PrimaMilano  la società in questione, tramite il suo legale rappresentante pro-tempore e fidati collaboratori del medesimo, avrebbe intrattenuto accordi corruttivi con odontoiatri in servizio in ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi direttamente pagati dall’inconsapevole paziente.

Cosa è accaduto

L'illecito nell'ambito "ortodonzia" consiste nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati; nell’ambito “protesi”, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche e preventivi di spesa ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell’ignaro paziente.

In cambio di tale impropria attività di collaborazione prestata, i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all’azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate, dazione corruttiva erogata ai professionisti in contanti con consegne brevi manu o mediante sconti per i propri studi privati.

Nel corso delle attività investigative, sono poi emersi nuovi fatti coinvolgenti un medico già operante presso una struttura privata convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale che avrebbe ottenuto circa 26.000 € in contanti in più tranche, dal rappresentante legale pro-tempore dell’impresa, per il tramite di un suo dipendente, quale dazione corruttiva per l’attività svolta nel 2020 e nel 2021; più nello specifico, all’odontoiatra sarebbe stata riconosciuta una percentuale pari al 10% sul fatturato annuo realizzato dalla società investigata, grazie alle prescrizioni mediche rilasciate presso la Clinica in cui operava il medico tratto in arresto. Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare personale, sono in corso perquisizioni nelle province di Brescia e Milano.

La Guardia di Finanza in prima linea

L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza a presidio della sicurezza economico-finanziaria del Paese e nel contrasto alla corruzione ed ai reati contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività pubbliche risorse, incidendo così inevitabilmente sul cittadino come in un settore di estrema delicatezza quale quello della sanità. Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

 

 

 

 

 

 

 

Seguici sui nostri canali