La protesta

Caseificio Villa: proclamato lo stato di agitazione

Le bandiere dei sindacati fuori dall'azienda di via Iseo a Erbusco, che fa parte del gruppo Auricchio

Caseificio Villa: proclamato lo stato di agitazione
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"Diritti? Forse, ma non per tutti". Comincia così la nota con cui le organizzazioni sindacali della Flai Cgil e Fai Cisl, unitamente alle categorie della Nidil Cgil e Felsa Cisl (che tutelano i lavoratori in somministrazione, ossia non assunti direttamente dall’azienda ma attraverso la prestazione richiesta ad agenzie autorizzate) hanno proclamato lo stato di agitazione al Caseificio Villa, stabilimento appartenente alla filiera del gruppo Auricchio che sorge in via Iseo a Erbusco.

Caseificio Villa: proclamato lo stato di agitazione

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, se così si può dire, è stata il fatto che un lavoratore somministrato, dopo essere stato avvicinato dal direttore dello stabilimento che gli chiedeva che non venisse indetta l’assemblea nella data prefissata, si sia visto recapitare la notizia dell’interruzione del rapporto di lavoro a partire dal mese di agosto, dopo oltre cinque anni. Una concomitanza ritenuta troppo strana per essere una coincidenza. "A nostro avviso appare evidente il fine vessatorio di tale comportamento, Caseificio Villa colpisce il lavoratore più fragile con l’obiettivo di mandare ai colleghi un chiaro segnale: qui non c’è spazio per chi alza la testa e rivendica i propri diritti!", hanno lamentato i sindacati, evidenziando che recentemente un lavoratore è stato reintegrato e, quindi, non si riscontra un minor bisogno di manodopera. L’episodio, peraltro, sarebbe solo la punta di un iceberg.

"Dagli incontri coi lavoratori abbiamo recepito alcune criticità e chiesto alla direzione un incontro che potesse porre l’attenzione sul benessere aziendale e sul rispetto della parità di trattamento per tutti i lavoratori - hanno spiegato - Caseificio Villa si è sempre sottratto a qualsiasi forma di confronto e negli ultimi mesi ha persino negato lo svolgimento di assemblee all’interno dei locali aziendali, adducendo scuse pretestuose come l’indisponibilità di spazi agibili o la difficoltà di staccare i lavoratori persino per un’ora di assemblea".

"Nessun lavoratore deve essere lasciato indietro"

Proprio l’impossibilità di instaurare un tavolo di confronto su alcuni temi cruciali, dalla gestione degli orari di lavoro alla mancanza di un luogo idoneo al consumo dei pasti, ha spinto i sindacati ad alzare la voce.

"Altro tema caldo è quello relativo ai lavoratori in somministrazione, che si trovano spesso con una retribuzione inferiore a quella dei colleghi assunti direttamente, poiché nei loro cedolini paga non vengono riconosciute tutte le spettanze previste dalla contrattazione collettiva. Ci troviamo costretti ad aprire lo stato di agitazione con l’intento di rivolgerci agli organi competenti e di procedere nelle sedi che riterremo più opportune per tutelare i dipendenti del Caseificio. Crediamo che nessun lavoratore debba essere lasciato indietro".

I sindacati hanno precisato che tra le loro richieste c’è il reintegro immediato del lavoratore licenziato e, da settembre, la convocazione delle assemblee.

La replica del Caseificio Villa

Le accuse dei sindacati hanno innescato la replica, puntuale, del Caseificio Villa.

"Nei mesi di ottobre 2023 e di aprile 2024 si sono regolarmente tenute due Assemblee Sindacali presso la sede dello stabilimento  cui ha partecipato il personale che desiderava approfondire le tematiche oggetto delle stesse e in seguito a detti incontri non è stato poi eccepito all’azienda alcun punto critico da gestire. L’Assemblea di Aprile era stata in ogni caso anche preceduta da un incontro tra i responsabili dell’azienda e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per condividere le possibili richieste dei lavoratori nella consueta e massima disponibilità da parte dell’azienda. Riteniamo di poter dire che le richieste espresse dai rappresentanti a tutela di tutte le maestranze siano state accolte nelle sedi di confronto citate e puntualmente evase dall’azienda. Non si condivide quanto eccepito in merito alla mancanza di disponibilità da parte dell’azienda di avere confronti di qualunque tipo con i lavoratori: da sempre si è data la massima apertura in tal senso. Ribadiamo la completa disponibilità da parte dell’azienda a ricevere i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori ed a condividere quali possano essere le specifiche richieste che hanno portato alla mobilitazione, non essendo queste state esplicitate nella comunicazione sindacale del 30/7/2024 e  nemmeno in precedenza".

Insomma, l'azienda nega categoricamente  di aver chiuso le porte al dialogo e ribadisce la sua disponibilità nei confronti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.

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