Calcinato. Quel campetto che attende da 12 anni

Calcinato. Quel campetto che attende da 12 anni
Pubblicato:
Aggiornato:

Risale al 2005, il deposito in Comune della Dia da parte della famiglia Ragazzoni con richiesta di dare inizio ai lavori per la costruzione di una struttura sportiva dotata di campo coperto con tappeto in erba artificiale per il calcio a 5 giocatori. Progetto presentato sempre in Municipio sotto forma di parere preventivo sul quale sia la commissione urbanistica sia la commissione edilizia, avevano ai tempi espresso parere favorevole. «Inizialmente mi hanno risposto di sì, con il vincolo di alcune prescrizioni legate al posizionamento dei parcheggi, del verde e alla stipula di una convenzione con il Comune stesso. Con il parere positivo delle commissioni e del sindaco Goglioni diamo inizio ai lavori ritenendo che tale iter burocratico si sarebbe in poco tempo risolto (n.d.r lavori avviati dopo assenso verbale ma in assenza di ufficiale permesso a costruire). Inizia così la costruzione vera e propria della struttura. A partire dallo «scheletro» in legno che ospita tutt’ora il campo da calcetto.

«A luglio vengo contattata dal sindaco Angiolino Goglioni che mi conferma che tale progetto sarebbe stato portato in consiglio comunale nell’ultima seduta prima dell’estate. Non ero molto soddisfatta, perché avevo già perso, diciamo, 2 stagioni di lavoro, però mi fido e proseguo con i lavori affidati ad un’impresa del paese. Nell’operazione però di fissaggio della copertura, il Comune emette un’ordinanza di sospensione lavori per presunta assenza di titolo abilitativo e nel luglio 2005 viene notificata un’ingiunzione di demolizione. Se avessero detto da subito che si trattava di abuso non l’avrei sicuramente fatto, ma si sono appellati a dei cavilli, prima la distanza, poi i parcheggi, poi la concessione del tubo da parte del consorzio del Medio Chiese». A quel punto, Costantina chiede al Comune specifica «Autorizzazione edilizia in sanatoria», negata nel settembre 2005 che motiva il diniego per la mancata presentazione di un piano attuativo. Così la famiglia Ragazzoni, consegna a giugno dell’anno successivo, nel 2006, il richiesto piano attuativo per la realizzazione di un campo da calcio con annessi spogliatoi. Ma il Comune a quel punto respinge nuovamente la domanda, chiedendo l’integrazione della documentazione precedentemente consegnata. Ma nel marzo 2007 il Comune , nonostante le richieste, boccia nuovamente il progetto. Costantina nel frattempo riceve una prima proposta di negoziazione, la struttura può esistere se la signora garantisce di cederla al Comune dopo 20 anni. «Proposta che ho chiaramente rifiutato anche perchè l’ho fatto per assicurare un futuro ai miei figli. Ricorro pertanto al Tar e al Consiglio di Stato ma il giorno della sentenza, il Comune non si presenta e l’udienza è improcedibile per assenza delle parti coinvolte». A quel punto decide di ripresentare i progetti ex novo, con le modifiche precedentemente chieste dai tecnici, cambia studio legale e si affida ad un tecnico per redigere un report dettagliato di tutto il procedimento in corso. «Dall’ufficio tecnico la geometra Federica Lombardo mi comunica che l’abuso era sanabile, quasi stupita del protrarsi di una situazione che poteva essere risolta diversi anni fa.

Mi viene nuovamente richiesto di ripresentare tutto il progetto e la documentazione necessaria affinché si possa procedere con la sanatoria. E siamo nel 2015. Mi viene richiesto di versare l’importo relativo agli oneri di urbanizzazione, circa 30 mila euro entro pochi giorni. Una cifra non da poco, per questo chiedo un colloquio con il vicesindaco Alberto Bertagna che di fronte alla mia richiesta di rateizzare tale consistente importo mi comunica che non è possibile pagare a rate». Anche Costantina però è determinata a raggiungere i propri fini, per questo chiede un mutuo alla banca che glielo concede e provvede a versare al Comune quanto dovuto. «Ma non è ancora finita - spiega Costantina - a quel punto il Comune mi invita a firmare una convenzione che mi vincola a garantire la disponibilità per eventuali manifestazioni sportive comunali o in collaborazione con la scuola. Firmo senza ulteriori dubbi, anche perché sono onorata di vedere il campo da calcetto prendere vita. A questo punto, quando tutto sembra essere risolto, siamo nel 2015, mi ritrovo ancora in attesa di firmare questa convenzione legata a doppio filo con la sanatoria per la struttura» Da settembre 2015 infatti la signora Costantina, dopo che le era stato detto che la struttura era sanabile, sta aspettando che la capo area dell’ufficio tecnico fissi un incontro con il notaio. «Prima il segretario è in ferie, poi mi rispondono che mi faranno chiamare. Dopo l’ennesimo incontro con la geometra mi dicono che il segretario comunale è a Roma per un corso. Dopo due mesi mi dicono che la presenza del segretario non è necessaria e che basta la capo area dell’ufficio tecnico, Federica Lombardo che però in quei giorni è assente. L’ultima richiesta di appuntamento l’ho fatta circa 3 settimane fa e mi hanno risposto che la signora Lombardo era in ferie. Sono esausta di questo continuo rimbalzo di giorni e disponibilità. Com’è possibile che non si riesca a fissare un appuntamento con la responsabile tecnica da cui dipende necessariamente l’esito di una procedura?» Nel frattempo, da due anni, Costantina Ragazzoni sta pagando per il passaggio sulla strada vicinale che affianca l’area, per accedere a una struttura ancora ferma e inutilizzata da oltre 10 anni.

Marika Marenghi 


Seguici sui nostri canali