Caffè, ma non è che stai per aumentare? Ecco perchè...

Caffè, ma non è che stai per aumentare? Ecco perchè...
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Tazzulella, quanto mi costi! Espresso, macchiato, lungo, corto, forte, decaffeinato (ebbene sì, esiste anche questa sciagura): molti di noi non possono iniziare la giornata senza una tazzina di caffè. Da gennaio, però, “un caffè!” potrebbe costare 0,10 centesimi in più. I caffeinomeni più attenti e gli affezionati del bancone, probabilmente se ne sono già accorti.

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 Il motivo è la deflazione che ha colpito l’Italia nel 2016 e che ha come effetto la riduzione generalizzata dei consumi e, dunque, l’aumento dei prezzi dei beni di maggior diffusione. Ma non solo. Su scala mondiale, la produzione di caffè è stata esposta ai capricci del clima che hanno influenzato i raccolti e che, dunque, hanno adombrato il terribile scenario del deficit dell’offerta. Tutto ciò ha costretto i torrefattori ad alzare il prezzo del caffè negli ultimi anni.

La varietà Robusta ha toccato quota 2.238 dollari per tonnellata, l’Arabica è quotata sul mercato internazionale a 3.280 dollari la tonnellata. L’andamento divergente della produzione delle due varietà di miscela più diffuse, ha provocato un riassestamento dei rapporti di costo fra le due: circa un anno fa un chilo di Robusta costava la metà di uno di Arabica, ora vale oltre i due terzi del prezzo di quest’ultima.

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 L’International Coffee Organization (ICO) – ente istituito nel 1963 a Londra in collaborazione con l’ONU (e l’insospettata esistenza di un tale ente è di conforto per gli amici caffeina-addicted) – diffonde un comunicato per spiegare che, nonostante la divergenza fra le due varietà, la produzione del caffè è rimasta più o meno stabile nel 2016 e tale dovrebbe rimanere. Sembra tranquillo anche Andrea Illy, che, a Il Sole 24 Ore dice: «Si tratta di uno scenario consolidato e il fatto che ci siano sì aumenti, ma non grandi nel lungo termine, può permettere da una parte di trovare un equilibrio tra consumi in graduale crescita e produzione, dall’altro di dare margini a chi opera nel settore. Non bisogna dimenticare a questo riguardo la necessità di un maggiore trasferimento di risorse ai produttori di materia prima, che spesso come si sa sono piccoli produttori».

Dunque, un po’ più cara ma colazione garantita per tutti. Attenzione, amici uomini, impuniti seduttori, oggi “Dai, giusto per un caffè!” costerà un po’ di più. Solo un pensiero speciale per Alex Britti, che ne beveva settemila.


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