Caffaro: Regione Lombardia pronta a farsi carico della gestione amministrativa della bonifica
"Ma ciò solo ed esclusivamente all’interno di un accordo di Programma in cui ogni soggetto assuma le proprie responsabilità e un ruolo ben definito"
Se così fosse, sarebbe una svolta davvero importante per la Caffaro, la società, ormai dismessa quasi totalmente, da circa un ventennio ha riversato tonnellate di sostanze tossiche nell'ambiente. Agli inizi del mese di ottobre, il Codacons aveva inviato un esposto alla Procura della Repubblica per disastro ambientale, ora la notizia della Regione Lombardia che sarebbe pronta a farsi carico del coordinamento delle pr
La parola a Regione Lombardia
“Regione Lombardia è pronta a farsi carico del coordinamento delle procedure amministrative per la gestione della bonifica del SIN Caffaro, ma ciò solo ed esclusivamente all’interno di un accordo di Programma in cui ogni soggetto assuma le proprie responsabilità e un ruolo ben definito, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente che è il principale responsabile della bonifica della Caffaro in quanto sito di interesse nazionale (SIN)". Lo afferma l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio regionale. “L’articolo 252 ‘Siti di interesse nazionale’ del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ‘Norme in materia ambientale’ – aggiunge – prevede che la competenza per la procedura di bonifica di cui all’articolo 242 dei siti di interesse nazionale sia attribuita al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che ha anche la responsabilità di mettere a disposizione integralmente le risorse necessarie per la bonifica”.
Il pregresso
“Dal 2009 al 2018 le istituzioni coinvolte – chiosa Cattaneo – hanno condiviso le scelte all’interno di un AdP. Stiamo insistendo da tempo con il Ministero dell’Ambiente sulla necessità di aggiornare l’Accordo di Programma scaduto da più di un anno e mezzo. E Regione Lombardia ha mandato le proprie osservazioni condivise con il Comune di Brescia oltre un anno fa. Da allora, nonostante i solleciti, siamo ancora in attesa di una risposta da parte del Ministero. Ci chiediamo le ragioni del silenzio, che fa il paio con l’inerzia del commissario”. “Regione non vuole stare alla finestra – prosegue l’assessore -, ma chiede condizioni precise per intervenire. Nell’ambito di un aggiornamento dell’AdP siamo disposti ad avere un ruolo maggiore nella gestione delle procedure amministrative, oggi in capo al Ministero e causa di molti ritardi, tra cui la condivisione dei compiti e della figura del commissario. Lo abbiamo già chiesto nella discussione sull’autonomia differenziata per tutte le bonifiche dei SIN lombardi, incontrando la contrarietà del Ministero”.
Il nuovo AdP
Il nuovo Accordo di Programma (AdP) ‘per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse nazionale di Brescia Caffaro, sarà stipulato, come il precedente, tra Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia di Brescia e Comuni di Brescia, Castegnato e Passirano. Oltre a stabilire il ruolo dei soggetti sottoscrittori, l’Accordo dovrà, tra l’altro, inquadrare le attività di messa in sicurezza permanente. Opere garantite dalla presenza di una barriera idraulica il cui costo di gestione è di circa 1.000.000 euro all’anno e di bonifica della zona dello stabilimento Caffaro. Un’area di 116.000 metri quadrati all’interno del SIN che ha un’estensione di 1.700.900.
Le risorse e prossimi step
“Sono disponibili i finanziamenti assegnati al SIN dal PO Ambiente FSC 2014-2020, pari a 35 milioni – precisa il titolare lombardo all’Ambiente - ma il costo della bonifica integrale è molto più alto. E occorre che il Ministero garantisca la disponibilità certa delle risorse per la bonifica”. “Solo ieri – continua Cattaneo – è pervenuta la convocazione dal Ministero dell’Ambiente per una riunione tecnica il prossimo 12 novembre. Ci auguriamo che possa dare un contributo per sciogliere i nodi relativo all’AdP e per definire le responsabilità, i ruoli e le competenze di tutti gli attori coinvolti”. “Regione – conclude – non si sottrarrà alle responsabilità e al ruolo più attivo, ma non è disposta a sopperire alle mancanze altrui. Sia che siano del Ministero, del Commissario o degli enti del territorio”.