Cà del Bisso, entro due mesi dovrà essere pulita

Cà del Bisso, entro due mesi dovrà essere pulita
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Il terreno in località Ca’ del Bisso, già protagonista mesi fa di un’interrogazione al Consiglio Comunale, riconoscibile dalla recinzione approssimativa che lo circonda e dove in precedenza sostavano roulotte di nomadi, è stato recentemente pulito di una parte della sporcizia che lo ricopriva.

Numerose le segnalazioni dei residenti nella zona che si sono detti contenti di come il Comune sia intervenuto per pulire almeno parzialmente la sporcizia, eliminando gran parte dei rifiuti che circondavano le tre costruzioni fatiscenti rimaste, un panorama a dir poco triste proprio lungo la via che porta al fiume Chiese. Uno di questi edifici in particolare, un piccolo fabbricato di legno, è salito agli onori della cronaca qualche mese in un Consiglio Comunale per la presenza abusiva di una coppia, un uomo e una donna che senza niente si erano ridotti a viverci all’interno.

La coppia sì trasferì, ma lo stato del terreno ha portato inevitabilmente all’abbandono di rifiuti, anche speciali come le batterie d’auto, lasciandolo somigliare ad una discarica a cielo aperto. E’ quindi grande e ovvia la gioia con la quale i residenti hanno accolto la diminuzione della sporcizia. Ma, non sono stati gli addetti comunali a far sparire parte dello sporco, il Comune è coinvolto, ma solo indirettamente.

La proprietà era di una famiglia nomade che ha ceduto ad altri nomadi tutto il terreno e questo ha reso non poco difficile prendere contatto con loro da parte delle istituzioni che si sono così affidate alla Polizia Locale e ai Carabinieri. Rintracciati i proprietari si è tenuto un incontro per convincerli a fare la bonifica ed è stata emessa un’ordinanza del Sindaco, ma passata la scadenza nulla ancora era cambiato e la sporcizia aumentava.

Così è scattata la diffida. «Noi per il momento non abbiamo fatto nessun intervento» ha spiegato il vicesindaco e assessore all’Ambiente Flavio Piardi «come Comune abbiamo avviato un procedimento mandando agli attuali proprietari un atto di diffida che intima loro di bonificare tutta l’area. Sarebbe contro la legge un nostro intervento diretto, compiremmo un reato. Se i proprietari non ottempereranno alla richiesta di pulizia entro la scadenza si passerà da un lato a una denuncia alla Procura della Repubblica per mancato ossequio alle disposizioni di legge e dall'altro all’avvio delle pratiche per un intervento di bonifica.

A quel punto, sì, saremmo noi a intervenire direttamente con i nostri addetti e ripulire tutto. Il costo di tale intervento verrebbe poi addebitato ai proprietari mediante un sequestro pari alla spesa sostenuta, quindi un aumento dell’erario comunale». La diffida però è partita solo qualche giorno fa e quindi il Comune non aveva ancora la possibilità di poter ripulire l’area, in molti inoltre hanno visto un fumo nero alzarsi da quella zona e ancora sono evidenti le tracce di un grande falò.

Qualcuno certamente ha pulito, approssimativamente, con metodi opinabili, ma lo ha fatto, che siano i proprietari? Comunque non è ancora abbastanza, solo una parte dei rifiuti abbandonati è stata rimossa e la gran parte della sporcizia, composta da qualsiasi tipo di materiale, è rimasta al suo posto, rendendo urgente un nuovo intervento. «Magari è stata fatta una prima pulizia dai privati» conclude il vicesindaco «adesso vedremo se alla scadenza della diffida sarà stato portato via tutto, magari hanno fatto un primo prelievo e ne faranno un altro, non vorrei lo abbiano fatto davvero accendendo un fuoco. Il termine va da uno a due mesi e l’area comunque dovrà essere completamente pulita, altrimenti la diffida rimane e si andrà avanti con il procedimento».


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